| Parrebbe non esservi più nulla da raccontare, tutto è stato già scritto sul Concilio di Trento: un modello ormai lontano, superato, a cui guardare solo con devoto rispetto.
S’è trattato di un passaggio tortuoso e obbligato della storia della Chiesa, destinato a segnare, anche nella raffigurazione tematica del pensiero critico, una traccia profonda ed indelebile, come avviene solo dopo una dura battaglia.
Né vincitori né vinti ma fatti concreti, decisivi e incancellabili, che disegnano sul foglio trasparente della storia la forma sempre in movimento della libertà dei popoli.
L’autore ha inteso rintracciare e rappresentare in una narrazione scrupolosa quei principi che hanno animato eventi storici ormai compiuti, ma che si ergono ancora imperiosi come a provocare una memoria rimasta inceppata fra luci ed ombre, di quel paesaggio rinascimentale che si staglia, non a caso, sullo sfondo d’un lungo principato ecclesiastico durato ottocento anni.
La sua opinata attualità, o meglio la sua non possibile archiviazione, nasce dalla percezione di una anabasi di verità ancora sospese tra “eresia” e i simboli di un anacoluto antiautoritario appartenente all’uomo di ogni tempo. Simboli presenti nei segni di conflitti memorabili che, per l’esploratore dello spirito, nascono molto lontano ma rimangono quelli di sempre.
Collana "Saggistica Aletti"
pp.208 €14,00
ISBN 978-88-591-1199-3
Il libro è disponibile anche in versione e-book a €5,49
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