| Non ho rimpianti, né parole, né lacrime.
Tutto passerà, come la nebbia dai rami bianchi del melo.
Appassito in una decadenza dorata
mai più io sarò giovane.
Anche il mio cuore toccato dal gelo
ha smesso di battere come una volta.
E questo paese di betulle, di indiana,
più non mi attira, cammina a piedi scalzi.
Spirito vagabondo, di raro ormai
cerchi il fuoco delle mie labbra.
Dove siete, freschezza degli anni passati,
ardore degli occhi, piena impetuosa dei sensi!
Adesso, quasi, non ho desideri. Eppure vita,
che ho fatto io se non sognarti di continuo?
Era come se a primavera, in un mattino sonoro,
me ne andassi in giro sopra un cavallo rosa.
Tutti in questo mondo sono votati alla fine.
Dolcemente intristisce il rame degli aceri…
Ma chiamiamoci dunque felici, benedetti per sempre,
d’essere nati per fiorire e morire.
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