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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Simona Lo Iacono, tra diritto e letteratura. La nostra intervista al magistrato siciliano, che è anche un’apprezzata scrittrice

di Rivista Orizzonti

Articolo di Antonio Iacona, pubblicato su Orizzonti 42

Da una quindicina d’anni lavora come magistrato nella sua Sicilia, è di Siracusa, dove vive, e attualmente dirige la Sezione distaccata di Avola. All’impegno quotidiano nel campo del diritto unisce con successo il grande amore per la letteratura, la poesia, il giornalismo. È Simona Lo Iacono, tra le figure femminili siciliane più apprezzate e premiate in questi anni per essere riuscita a unire l’eleganza e la grazia della sua cultura a una professione così piena di responsabilità. Cura una rubrica fissa sul blog Letteratitudine di Massimo Maugeri (Kataweb-L’Espresso) e col suo primo romanzo, Tu non dici parole, ha vinto il Premio Vittorini 2009 - sezione opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto La coda di pesce che inseguiva l’amore scritto con Massimo Maugeri e nello stesso anno le sono stati conferiti il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino” per la narrativa e il Premio “Festival del talento città di Siracusa”. Eleganza e cultura sono trapelate anche nella nostra intervista esclusiva per Orizzonti.

Domanda - Il binomio letteratura-diritto concede molto spesso firme prestigiose al panorama culturale nazionale: un nome per tutti, Carofiglio. E quando la legge non tocca l’autore, allora tocca il protagonista, come il commissario Montalbano. Cosa significa per Lei, scrittrice e magistrato, dedicarsi a due anime così importanti e diverse della vita umana?

«Queste due anime sono anche il mio sguardo sul mondo, perché costituiscono il mio modo per capire, per interpretare, per decodificare la realtà. Si tratta di due dimensioni che si integrano e che si sovrappongono. La norma regola, la parola rivela. Il processo raccoglie la verità che nasce dall’istruttoria, il romanzo insegue la verità su sé stessi. E poi, tutto quello che in udienza non può essere valorizzato - la pietà umana, le ferite di tanti imputati, le vicende personali che si rivelano anche attraverso cadute ed errori molto dolorosi - può essere invece raccolto dalle storie».

Domanda - Anche alcuni dei suoi protagonisti svolgono professioni legali. Si rivede e si rispecchia in loro?

«Sicuramente molte suggestioni dei miei personaggi derivano dal mio lavoro, dall’abitudine, ormai maturata negli anni, a destreggiarmi tra fascicoli, codici, udienze. Però i miei personaggi vanno sempre oltre, si manifestano come spiritelli indipendenti e cocciuti. Sebbene io tenti di plasmarli, sono sempre loro a “dettare legge”… Per me fare il magistrato vuol dire semplicemente servire il cittadino, farmi strumento della sua esigenza di giustizia, cercare - umilmente, imperfettamente - di raccogliere un suo bisogno tremante, che è quello di ricevere risposte credibili. Lavorare in Sicilia da magistrato vuol dire quindi farsi pietosi ascoltatori del battito segreto e nascosto dell’isola, delle necessità dei suoi figli, della sete di speranza dei suoi giovani. È lo stesso atteggiamento che mi anima in letteratura. Sono a servizio delle storie degli ultimi, di coloro che non avrebbero altra possibilità di venire allo scoperto. Mi interessa chi è tralasciato dalla Storia, chi è trascurato dalla cronaca, chi è invisibile, chi non ce la fa».

Domanda - Stasera Anna dorme presto, il suo nuovo romanzo, è stato accolto con favore dalla critica e prima ci sono state altre opere degne di attenzione. Quali novità ha portato nella lettura psicologica, dei sentimenti, delle vite travagliate dei protagonisti?

«Stasera Anna dorme presto è forse il romanzo in cui esprimo in modo più compiuto la mia poetica del “processo nascosto”. Ed è questa la sua novità più grande. Credo infatti che ciascuno di noi, nel buio della propria coscienza, soppesi l’altro, lo valuti, lo giudichi, allestendo un vero e proprio “processo” con tanto di scranne d’udienza e pubblica accusa. È purtroppo il nostro modo di relazionarci all’altro: giudicarlo. Il “processo nascosto” è dunque quello che inconsapevolmente celebriamo nel nostro cuore e che inquina tante relazioni umane. In Stasera Anna dorme presto i protagonisti, pur intrecciando rapporti amorosi tra loro, non si lasciano guidare dallo stupore per l’altro, da un amore disarmato, disinteressato. Ma investono colui che amano di nascosti giudizi, di riflessioni avvelenate dal proprio punto di vista, di martellanti preconcetti. Celebrano insomma un vero processo che però investe un imputato senza difesa, che rimane all’oscuro del fatto di essere giudicato».

Domanda - A cosa sta lavorando adesso, ci sono pubblicazioni imminenti?

«Sì, uscirà presto un mio nuovo romanzo, ambientato nella Siracusa degli anni 50. È una storia che si svolge su due piani temporali, il periodo dell’immediato dopoguerra siciliano e l’anno del processo di Norimberga. Sullo sfondo due bambini che intrecceranno misteriosamente i propri destini».

Domanda - Musicalità, magia, armonia: le sue parole in prosa hanno regalato emozioni non solo ai lettori, ma anche agli spettatori, come in un recente spettacolo a Taormina. Ha versi poetici nascosti nel cassetto? La poesia è un’altra emozione da sperimentare?

«Ho iniziato proprio con la poesia. E anche adesso, pur scrivendo romanzi, sono affascinata dall’intima sonorità della parola, dalla ricerca linguistica, dalla contemplazione della bellezza. Credo che lo scrittore, proprio come il poeta, non possa esimersi dall’investigare la parola, la sua capacità creatrice, il suo profondo contenuto sacrale».

Domanda - Lei collabora attivamente a blog e siti internet dedicati alla letteratura. Ritiene un bene questo cambiamento di scenario nel mondo culturale e l’accesso più democratico alla lettura? Eppure mai come adesso si è toccato il fondo in fatto di banalità e di vuoto morale!

«Come per ogni conquista dell’uomo, internet ha creato opportunità e apertura, ma anche disagi e rischi. È uno strumento che sta a noi calibrare e utilizzare in modo corretto, selezionando e valorizzandone i lati migliori. Io mi affido a una realtà molto sana in rete, che è portata avanti con serietà e qualità dal caro amico Massimo Maugeri: il blog Letteratitudine. Si tratta di uno di quei luoghi virtuali che fanno ben sperare sul futuro della rete, perché è caratterizzato da un ottimo equilibrio tra apertura e senso della misura».

Lei è un’ottima organizzatrice di un salotto letterario a casa sua, con scrittori ed artisti. È un po’ una suggestione da Sicilia ottocentesca, elegante e raffinata? O un tentativo di riportare l’attenzione su conversazioni che contano, come la cultura?
«I salotti letterari sono soprattutto un tentativo di prendersi del tempo, di arrestare la corsa quotidiana, di valorizzare la lettura. È quindi un modo per sovvertire l’andamento delle giornate moderne, riportando l’attenzione sulla gioia di riunirsi per parlare di libri, per seminare suggestioni e bellezza. In una parola, per sopravvivere a questo famelico e mostruoso affannarsi, riportando al centro l’uomo, il suo mistero, le sue domande. Tutto quello, cioè, di cui sono fatti i libri».

Domanda - Com’è Simona Lo Iacono nel privato, donna e mamma, pur così impegnata nelle sue attività?

«Sono soprattutto mamma, sia nel rapporto con mio figlio che in molte relazioni umane. Ho sempre vissuto ogni progresso del mio bambino come un dono e ho sempre pensato che la maternità sia una condizione dello spirito, una predisposizione gioiosa a vivere il destino dell’altro anche a costo del proprio».

Domanda - Se dovesse regalare a un’amica una pietanza siciliana da abbinare ai suoi libri, quale sceglierebbe: un dolce, un primo piatto, un frutto?

«Un dolce siciliano, dai sapori forti, dai colori accecanti, dal sangue caldo».


(Pubblicato sulla rivista Orizzonti)

La rivista Orizzonti la trovate qui: http://www.rivistaorizzonti.net/puntivendita.htm


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