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La vita è un arco, purché vissuta intensamente. È quanto suggerisce un antico adagio: tutto torna, tutto si ripete, con il sorriso che ha illuminato la prima parte della nostra esistenza. Nel lungo percorso espressivo di Francesco Guidato la poetica del ritorno emerge oltre la varietà delle tematiche e dell'approccio narrativo, ora lirico, a volte più breve ed efficace, se non propriamente satirico. In una nicchia non secondaria le ninna nanne, versi accorati e distesi che accompagnano la fase del silenzio, del momentaneo distacco dalla poesia, approccio quotidiano agli aspetti meno comprensibili dell'essere. Per chi ha avuto la possibilità di conoscere l'autore, il "momentaneo" può far sorridere, al pensiero dei quasi trenta anni di silenzio che segnano il convinto ritorno alla lirica. I primi versi, brevi ed entusiasti, sono impregnati di fulgida ispirazione giovanile. Amori e passioni vissuti con la nostalgia agrodolce di colui che si è impegnato nei faticosi studi di medicina. Eppure parole semplici ed efficaci, magari trascritte accovacciato sullo scomodo sedile del diretto che porta finalmente a casa, oppure malamente poggiato sullo spazio ristretto della vecchia scrivania, in bilico fra la veglia e il sonno che avanza. Il lungo silenzio dell'impegno della vita: la famiglia, i pazienti, seguiti sempre da vicino, lo sguardo vigile a ciò che nel frattempo accade. Un mondo sempre meno comprensibile, criticabile, assurdo, tante volte ripugnante.
Silenzio carico di riflessione morale, nella paziente attesa di venire alla luce: una bolla d'aria che sale dalla profondità del mare. L'occasione è l'incontro col poeta Antonio Saracino. Ed ecco che tutto torna, tutto si ripete. Il "solitario gabbiano" si accinge a volare più in alto del quotidiano, della meschinità della vita. "Interminabile fluire di pensieri", insopprimibili moti di coscienza incanalati nel libero scorrere dei versi. Il mondo della fantasia si fa liberazione dal peso ossessivo del reale. Sono i temi del vissuto, il ben fare del saggio, secondo gli antichi greci: la trasformazione dalla banalità dell'esistenza alla sua essenza spirituale. Ed ecco emergere le tematiche dell'uomo che affronta positivamente la vita: la ragione del tanto amare, nell'alzare lo sguardo alla compagna o nel cingere di affetto le figlie adorate, il sano scetticismo nei confronti dei rapporti banali e superficiali, come l'amicizia che tradisce, "a lungo e forse inutilmente corteggiata". Non ultime le vicende della vita che colpiscono la coscienza, offendendola senza ritegno. E poi quell'insopprimibile anelito di Verità, quando si affronta ciò che più non torna. Arduo da affrontare, senza uno sguardo fugace verso l'Alto. Tematica guida, nitida e trasversale, "il fidato rifugio", ristoro al turbamento della sensibilità profonda. Il familiare mondo delle illusioni è allora il sentiero vivo della poetica di Francesco Guidato, al bivio della coscienza, la strada che torna, fresca e luminosa, verso ciò che nella vita ci ha sospinto.
Prefazione di Daniele Ninfole
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Francesco Guidato, nato a Carosino (TA) nel 1953 e residente a San Giorgio I. (TA), è Medico di base nel paese di residenza, Neurologo, Omeopata, Fitoterapeuta.
Questa raccolta di poesie vuol essere lo "specchio" dell autore, in cui si riflettono senza veli soprattutto due periodi importanti della sua vita: il primo, molto remoto, che va sino alla specializzazione in Neurologia e il secondo, di questi ultimi anni, in cui, deluso da un mondo e da una umanità nei quali non riesce a riconoscersi, decide di lasciare una sua eredità spirituale, di mostrare la sua "anima a più tinte" e di far sentire la sua voce di protesta nell'unico modo di cui si sente capace: la poesia.
Coi suoi componimenti ha partecipato a dei concorsi letterari nazionali, ricevendo vari attestati di merito e l'inserimento delle sue poesie in varie antologie.
Il libro è disponibile in versione e-book a €5,49
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.104
ISBN 978-88-591-0749-1
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