| Giungere al culmine del nulla comporta introspezione e tradimento dell’anima: non ci si riconosce più quando si rimane da soli, si afferra una penna, un registratore e un foglio bianco e quello che si pretende è di far uscire quelle parole che possano risollevare dall’inquietudine, ma in realtà ci si accorge che è solo frutto del mestiere, di quello che l’abitudine ti ha insegnato a creare; non è più arte, ma è il sublimare della parola, il significato scema e tutto è più che mai un flusso di coscienza.
Il viaggio riprende quando si esce nuovamente di casa e si recupera il rapporto con il proprio talento, come una resurrezione, ci si riaffida all’istinto e ciò che è buio non è altro che la purezza di un ritorno nell’anima. L’uomo inteso come macchina: privo di obiezioni sempre immerso nel suo mondo sconvolto dalla schermaglia che ha dentro di sé, in guerra continua con il finto movimento che è costretto a vivere e subire.
“Skirmish” è nato così: dalla necessità di raccontare una nuova fase della mia vita; una vita disposta su un ideale equilibrio che continuamente cerco di intaccare, e guai se non fosse così, perché è fondamentale essere consapevoli che questo frammento di eternità che ci stiamo apprestando a vivere non è altro che l’unica occasione per essere unici e che se un artista torna a pubblicare dopo più di un anno e mezzo di silenzio, non è altro che per dar seguito a qualcosa che già c’era, perché aveva la necessità di dire qualcosa, urlare il proprio futuro attraverso elementi del proprio passato, perché tutto è il proseguo di qualcosa che già esisteva in precedenza, per me è stato “Radiouniverso”.
In questo anno e mezzo ho condiviso le mie parole con la gente ho incontrato decine di artisti di ogni genere, ho pianto e riso insieme a persone che avevo appena conosciuto e con cui avevo solamente condiviso pochi momenti e una lattina di birra, ho letto libri e ascoltato canzoni che mi sono rimaste nel cuore, mi sono ispirato e ho ispirato, ho regalato e ricevuto parole di conforto dopo un dolore, ho creduto di morire e dopo sono rinato più forte di prima e tutto questo per scompigliare quel bastardo d’un equilibrio di cui si parlava prima, ma chissà se ho fatto tutto questo solo per l’illusione di essere vivo, magari sono davvero una macchina e questo libro che state per leggere è la conferma di una gigantesca ipocrisia...
(L'autore)
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Note critiche sul libro
L’ispirazione, la vita e il mondo sono interamente il frutto di gesti meccanici, ripetitivi e metodici fino all’ossessione, spesso dettati dalla stasi delle nuove tecnologie: è questo il grido di denuncia delle composizioni - presenti nella
raccolta Skirmish - che, apparentemente gelide nel lessico, custodiscono una potente carica d’emozione.
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Note biografiche sull'autore
Alessandro Bellomarini (Roma, 1988) da sempre appassionato di sceneggiatura, narrativa e poesia, si dedica con grande passione a quest’ultima per essere affine alla sua particolare sensibilità e poterla trasmettere al lettore attraverso un linguaggio «segreto» e ricco di richiami ultraterreni, come se le sue composizioni fossero dettate da un'entità dall'impalpabile forma fisica.
Già autore della raccolta di poesie Radiouniverso per Aletti Editore, è anche il co-fondatore del «Tea poetry»: un evento itinerante per dar spazio ai poeti e agli artisti che vogliono far conoscere la loro arte.
Disponibile in eBook a Euro 5,49
Guarda il booktrailer del libro:
http://www.youtube.com/watch?v=hIlXIJKVWLk
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