| “Generazioni disattente,
Indifferenti al mistero della passione,
patetici come un plotone d’esecuzione senza pallottole”
(Dalla poesia "La primavera mi sta sul cazzo")
Tentare di descrivere i sentimenti attraverso sferzate sorprendenti e repentine, che non ti aspetti. Guardare alla realtà contingente da un'angolatura poco esplorata. Una narrazione che si presenta scarna, cinica e disadorna da prolissi panegirici letterari, senza per questo apparire loffia. Anzi proprio questa sua peculiarità conferisce alla lirica una prorompente potenza affettiva, mettendo in luce la realtà percepita dal poeta. Una dimensione che diventa, attraverso le sue parole, palpabile, viva e che si arricchisce, verso dopo verso, di maggior laconica veridicità. Il lettore rimane come travolto da un’onda che rileva una caleidoscopica passione
Francesco Arena nasce a Roma il 21 maggio del 1975 ed esercita la professione di infermiere presso una struttura romana. Proprio l’attività che svolge, lo porta a sviluppare una già spiccata sensibilità nei confronti della realtà circostante. Fin da piccolo, forte è la necessità di scrivere la vita di tutti i giorni. L’influenza delle opere di Bukowski, la musica metal e la cultura dei tatuaggi rendono la realtà che descrive cruda e appassionata.
"Poesie, menzogne e ladri di polli" è la sua opera prima.
Collana "Cinta"
pp.48 €12,00
ISBN 978-88-591-1369-0
Il libro è disponibile anche in versione e-book a €5,49
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