| Non invidio in alcun modo
il vuoto opprimente della nobile rabbia,
il cardellino nato nella gabbia
che non ha mai conosciuto i boschi estivi.
Non invidio l’animale che si prende la sua libertà nel tempo,
senza essere toccato dal senso di colpa,
e la cui coscienza non viene mai risvegliata.
E neppure, sebbene esso possa ritenersi beato,
il cuore che non ha mai fatto una promessa di matrimonio,
ma resta lì, a stagnare, nell’indolenza.
E non voglio alcun riposo del desiderio.
E tengo per certo, qualunque cosa accada,
e lo confermo proprio quando soffro di più:
è meglio aver amato e perso
che non aver amato mai.
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