| La lettura del libro “Viaggio fuori dal corpo” di Pepè Parisi mi porta ad esprimere un giudizio sicuramente positivo in quanto mi risultano due elementi immediati di notevole entità. Da una parte sicuramente una vena narrativa di alto tenore, tra Verga e Pirandello. Dall’altra contenuti meravigliosi di vita paesana che restano nel quadro dei miei desideri, delle mie predilezioni, delle storie che rivedo della mia fanciullezza quando il paese era ben altra cosa rispetto all’oggi degenerato e che determina la cancellazione di un passato di povertà e di minime cose, ma sicuramente ricco di valori, di affetti, di sentimenti di amicizia e di rispetto tra persone, amici, parenti, gente di popolo tutta.
Una volta il paese era vivo, i lavoratori della terra amavano la loro povertà ed i loro travagli. La società era caratterizzata da significative esperienze umane e sociali. Oggi tutto è caduto - oltre che accaduto! -.
I personaggi del libro sono visti limitatamente all’evoluzione delle loro striminzite cose e fanno emergere un ambiente che sembra finito col passare del tempo, senza lasciare tracce che fossero lo sviluppo delle cose e del rapporto con la natura. Tra l’ieri e l’oggi noto uno stacco che dimostra come se fosse stato stroncato un ramo dall’albero e, invece di più rigogliosi e conseguenti frutti, la natura s’è divertita a creare la morte del passato senza un domani in conseguenza.
Non c’è continuità nella storia di sempre del paese; non c’è evoluzione ne sociale, né individuale. Quello che siamo oggi sembra ben altra cosa e non sembriamo figli di un mondo che ci ha generati. […]
(Estratto dell’articolo pubblicato su "MezzoEuro", che parla del romanzo "Viaggio fuori dal corpo" di Giuseppe Parisi - sabato, 22 giugno 2013)
Diventa nostro amico su facebook
http://www.facebook.com/alettieditore
Seguici su twitter
http://www.twitter.com/alettieditore
Visita il nostro Canale Televisivo Youtube
www.youtube.com/alettieditorechannel
|