| Prova a pensarci: se trovassi un uccello morto,
non solo morto, non solo caduto,
ma pieno di vermi, proveresti
più pena o più disgusto?
La pena è per il momento della morte,
e per quelli successivi. Si trasforma
con la decomposizione, col fetore insinuante
e i vermi saprofaghi che ingrassano e si dimenano.
Se torni più tardi, invece, troverai
una figurina d'ossa linde, alcune penne,
simbolo inoffensivo di ciò
che un tempo visse. Niente di raccapricciante.
Ti è chiaro adesso? Ma forse trovi
che l'analogia che ho scelto
per la nostra storia finita sia piuttosto macabra –
un paragone spiacevole.
L'ho scelta apposta. In te
vedo i bachi vicino alla superficie;
sei divorato dal vittimismo
e strisci sgradevole e patetico.
Se ti toccassi, sentirei sotto le dita
pelle di verme grassa e umidiccia.
Non chiedermi pietà, adesso:
stai lontano finché le tue ossa non saranno pulite.
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