| Al largo delle coste della Sardegna, settembre del 1943: la corazzata «Roma», la più potente nave del Mediterraneo durante la II guerra mondiale, ha ricevuto l’ordine di dirigere verso Malta con le bandiere ammainate e il drappo nero della resa issato. L’Italia si è appena arresa agli Alleati a condizioni umilianti. Ma la Germania nazista riesce a vendicarsi con un ultimo colpo d’ali: uno stormo di caccia della Luftwaffe bombarda la grande nave, che si spezza in due tronconi e affonda negli abissi con i suoi mille uomini di equipaggio.
Ma il racconto di un superstite è pieno di contraddizioni, i suoi ricordi annebbiati dall’angoscia di chi ha visto annegare i suoi compagni. E cinquant’anni dopo il relitto non è ancora stato trovato. Ma a cercarlo sono in molti. Come Marco Arnei, abbronzato professore di storia e archeologia navale, e la sua assistente e confidente Sarah Morasky, con la sua treccia biondo spento e le sue magliette piene di scritte. A bordo del loro «Thetis» hanno filmante localizzato il relitto: la preoccupazione adesso è sbrigarsi a “visitarlo”, prima che la Fondazione Ross ritiri i finanziamenti generosamente e inaspettatamente concessi alla spedizione. Per ispezionare la carcassa della corazzata, che giace nella sua tomba marina a oltre mille metri di profondità, i due scienziati hanno a disposizione i mezzi tecnologici più avanzati: dall’unità di base, la nave «Xantas», parte il ROV, un robot sottomarino a forma di siluro che osserva e registra lo scenario del relitto. Ma Arnei non vede l’ora di immergersi con i due Deep Rover – soprannominati Tom e Jerry – i minisommergibili che gli consentiranno di entrare nei rottami di metallo ormai ricoperti di alghe.
Ma l’atmosfera di fervore scientifico e amicizia di lunga data cambia ben presto quando la Xantas viene affiancata da un offshore e a bordo sale la squadra di inviati della Fondazione comandata dall’anziano e arrogante Maxool e dall’affascinante Julie. In una spirale di ricatti e minacce i nuovi arrivati assumono il comando della missione, mentre l’ingenuo Arnei si trova a lottare per salvare la sua famiglia, che crede al sicuro in vacanza in Sardegna.
Cosa vogliono davvero gli intrusi? Perché è così importante per loro recuperare il «Roma»? O, per meglio dire, un certo pezzo del «Roma»?
Folco Quilici ha scritto un romanzo avvincente, costruito nel solco della tradizione americana ma basato su uno dei misteri irrisolti della storia moderna italiana. I suoi personaggi sono umani, forse troppo per i tempi che corrono: sono amici, colleghi, si stimano e si rispettano, ma non si amano e tantomeno vanno a letto insieme. Sullo sfondo c’è il mare, non quello trasparente della superficie ma quello nero e silenzioso dell’alta profondità. Popolato di creature minuscole e di balene, luogo di favole e di incubi. Nella loro discesa abissale gli acquanauti dovranno misurarsi con le insidie del mare e con il proprio coraggio, sapendo che se la capsula riuscirà ad emergere sfuggendo ai serpenti e alle meduse fluorescenti, non troverà la luce del sole bensì i nemici più pericolosi: gli esseri umani.
(Recensione di Federica Fantozzi, pubblicata su Orizzonti n.13)
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