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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

«Palinsesto»: la biografia-scandalo di Gore Vidal. Nel libro si racconta anche degli amori di Marlon Brando, Kerouac, e dei Kennedy

di Rivista Orizzonti

Le memorie di Gore Vidal sono state pubblicate anche in Italia dalla Fazi editore, sotto il titolo di “Palinsesto”, pp.494 (traduzione di Maurizio Bartocci) e con molte interessanti fotografie.
“Palinsesto”, che raccoglie le memorie dei suoi primi 39 anni di vita, fu scritto a 69 anni e nei paesi anglosassoni uscì nel 1995 con grande scandalo e grandi apprezzamenti e, dopo cinque anni, fa la sua apparizione anche in Italia.
Nell’intenzione dell’autore il libro doveva essere “non una storia di fantasmi che temevo di scrivere, ma una storia d’amore dalla forma circolare, come il desiderio (e il suo inseguimento) che termina con tutti noi, alla fine, all’ombra di un faccio rosso”, invece è un intrigante romanzo dove lo scrittore usa la memoria e le parole con gran crudeltà, praticando vendette postume (a quell’età i ricordi spesso sono solo dei cimiteri) con una ferocia che annienta le icone del mondo della politica, dello spettacolo e della letteratura, che da noi sono figure angeliche racchiuse nella loro aura di leggenda.
Vidal ci consegna 20 pagine di indice di nomi, famosi, e li smembra come un famelico predatore nelle loro miserie di uomini, nei loro vizi, e nelle loro contraddizioni, come nel caso di Marlon Brando: “Da giovane aveva rapporti ogni giorno con una ragazza diversa, tanto che aveva due abortisti alle sue dipendenze che si occupavano dei risultati della sua attività, il sesso sicuro non faceva per nessuno di noi a quei tempi”.
Ed è il sesso il filo conduttore e l’ideale legame che collega i vari personaggi citati, quasi tutti omosessuali, in una sorta di discriminazione dell’eterosessuale. Così scrive Natalia Aspesi su “La Repubblica”: «William Burroughs chiede in una lettera a Jack Kerouac se Vidal è frocio e la risposta è fermamente sì: nel mondo dei famosi in cui l’autore del geniale “Myra Breckinridge” e dello storico “Burr” ha vissuto, pare che lo fossero tutti, stabilmente o fuggevolmente. Lo è Burroughs, grande inseguitore di donne (e una l’ammazzerà) ma infatuato di Allen Ginsberg, lo è Jack Kerouac, che è innamorato di Neal Cassady e di svariate donne e va almeno una volta con Vidal. Pare che siano gay i ragazzini dell’aristocratica scuola che il giovinetto Gore frequenta, e uno di loro diventerà il solo unico amore della sua vita. Paiono ovviamente gay i commilitoni del periodo di guerra dei marines, sono gay gli scrittori e gli artisti suoi amici o nemici, Paul Bowles, e Tennessee Williams, Truman Capote, Jean Cocteau e Allen Ginsberg che però vuole guarire e va dallo psicanalista, il regista Nicholas Ray che si accompagna all’attore adolescente San Mineo, il compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein e chiunque conti tra gli Anni 50 e 60».
Come se già questo non bastasse, Vidal racconta che Jacqueline (che diventerà la moglie del futuro presidente d’America John Kennedy) era innamorata invece del cognato Bob Kennedy, e che quest’ultimo, descritto come “incontinente riproduttore” di undici figli e con “un cuore di Gesù sanguinante in ogni stanza” aveva “impulsi omosessuali che, come mi disse una volta Nureyev, si rivelarono molto evidenti in più di un’occasione quando erano insieme”.
Gore Vidal ci consegna una giovane Jacqueline, malinconica cacciatrice di denaro e pubblicità, che al matrimonio della comune sorellastra Nini, nel 1957, “si sollevò il vestito e mostrò all’innocente Nini come docciarsi dopo aver fatto sesso, con un piede nella vasca e l’altro nel pavimento. Anche se a quei tempi il bidet si conosceva già, nessuna casa ce l’aveva”.
Lo stesso Vidal è un cacciatore scatenato di corpi: “Calcolavo, a 25 anni, di aver avuto più di mille incontri sessuali, non un primato mondiale (Jack Kennedy, Marlon Brando e Tennessee Williams, quasi miei coetanei, tenevano tutti il passo), ma niente male considerando che io non mi presi mai una malattia venerea come Jack e Brando e non soffrii mai di gelosia come Tennessee”.
Vidal aveva 22 anni, e sapeva benissimo il rischio che correva, quando nel libro “The city and the pillar" (pubblicato in Italia col titolo “La statua di sale”) raccontava una storia omosessuale di ispirazione autobiografica. Come lui stesso afferma: “Per vent’anni e più venni regolarmente attaccato per non aver sufficientemente adorato l’altare della famiglia”. I recensori del “Newsweek” e “New York Times” promisero che mai più avrebbero scritto di un suo libro e non accolsero nessuno dei suoi sette romanzi successivi, la pubblicità alle sue opere venne rifiutata quasi ovunque, e il suo nome venne tolto dalla storia della letteratura americana. Il libro fu pubblicato nel 1948, pochi anni dopo la morte in guerra di Jimmy Trimble, passione adolescenziale che Gore Vidal piangerà sino alla fine dei suoi giorni perché “ci siamo spinti ben oltre il sesso e l’erotismo, toccando le sponde più tempestose dell’amore, e il suo naufragio”.
Dopo le delusioni amorose e letterarie, senza un soldo, come tanti che da bambini erano stati cresciuti nella ricchezza, “sono stato costretto a fare televisione, cinema, teatro e scrivere saggi”. A lui vanno ascritti drammi televisivi di enorme successo, come “Visit to a small planet” diventato un film con Jerry Lewis; la sceneggiatura di film importanti come “Ben Hur”, con un Charlton Heston che possedeva “il fascino di un indiano di legno”, o come “Improvvisamente l’estate scorsa” con Elizabeth Taylor “al massimo della sua sensualità”.
A parte il perduto amore adolescenziale, che l’ha reso indifferente ad altri amori, ci sono anche altre figure importanti nella vita di Gore Vidal. L’odiata madre Nina, dissoluta, bellissima, alcolizzata, che aveva sposato in seconde nozze un miliardario, Hoghdie Auchincloss, che lui descrive come un tipo dal carattere amabile e dalle erezioni difficili, il quale aveva sposato in un altro matrimonio un’altra cacciatrice di miliardari, Janet Lee Bouvier, madre di Jacqueline. Così lei e Gore avevano in comune un patrigno e cinque tra sorellastre e fratellastri e tra loro si era stabilita un’affettuosa amicizia. Poi l’adorato nonno T.P.Gore fu il primo senatore democratico del nuovo stato dell’Oklaoma (Al Gore attuale vicepresidente d’America è un suo cugino); il padre, Eugene Vidal con Lindbergh fondò le prime compagnie aeree compresa la Twa; e soprattutto Jhon Kennedy, una specie di suo alter ego e rivale, che ebbe in politica quel successo cui lo scrittore aveva sempre aspirato, cercando di farsi eleggere senatore e poi addirittura presidente degli Stati Uniti, senza riuscirci. Sia prima che dopo l’elezione di Kennedy nel 1960, i loro incontri erano frequenti: “Mi affascinava sempre. Tuttavia politicamente lo consideravo poco importante, dato che praticamente era ciò che sarebbe stato il protetto tranquillo figlio di un ricco uomo di destra. Sospetto che l’unica divergenza sarebbe stata il mio odio crescente verso l’impero e il suo amore incondizionato per esso”.
Nel sesso, comunque, Vidal ha alcuni principi: mai con gli scrittori (tranne una volta con Kerouac, ma perché ubriachi), mai con gli amici, mai preoccuparsi di dare piacere agli altri ma ottenerne per sé il massimo, mai innamorarsi. Eppure vive armoniosamente da 50 anni con l’amico Howard Austen (che si chiamava Auster, cognome ebreo che gli impediva, negli anni 50, di essere accettato nelle agenzie di pubblicità; gli bastò cambiare l’ultima consonante per trovare subito lavoro), a chi gli chiede quale è il segreto di una così lunga relazione, lui risponde lapidario: “No sex”.

(Articolo di Edoardo Maria Lambertenghi, pubblicato su Orizzonti n. 13, giu-sett 2000)


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