| Domanda - In base alla tua esperienza, quali differenze hai notato nel modo di fare radio da quando hai cominciato sino ad oggi?
A.Pettinelli: «L’evoluzione naturale delle radio ha permesso che oggi ci siano più professionisti di quanti non ce ne fossero prima. Per il resto, sostanzialmente, il modo italiano di lavorare in radio è rimasto lo stesso».
Domanda – Che funzione assolve la radio?
A.Pettinelli: «Soprattutto quella di informare e di divertire. E io lo faccio attraverso il programma che conduco dal lunedì al venerdì nel mattino inoltrato (9-13) su RadioDimensioneSuono, dando spazio alla musica, alle notizie e curiosità sui beniamini del pubblico e ai commenti “al pepe” sui fatti del giorno, sempre con ironia. C’è lo spazio dell’ “ospite air”, alle 9.40 e alle 11.40, in cui gli ascoltatori hanno la possibilità di conversare con i personaggi famosi. Tra gli appuntamenti della mia fascia legati all’informazione: l’aggiornamento sul tempo, con un Colonnello dell’Aeronautica Militare, che offre lo spunto per saperne di più sui fenomeni atmosferici (ad esempio su come si formano le nuvole)».
Domanda – Che cosa si aspetta l’ascoltatore da te?
A.Pettinelli: «Questa è una bella domanda! (ride). Credo che l’ascoltatore mi veda come un veicolo per accedere al mondo, attraverso cui ricevere notizie, anche curiose, per essere informato e intrattenuto. Questa è la radio!».
Domanda – Come pensi che ti considerino?
A.Pettinelli: «Come un’amica, che interagisce quotidianamente nella loro vita tramite la radio. E, siccome è da molto tempo che faccio questo mestiere, come una persona di casa».
Domanda – Qual è l’identikit dello speaker?
A.Pettinelli: «Deve conoscere la musica, parlare l’italiano in modo corretto, sapere l’inglese, essere aggiornato non solo sulle notizie, ma anche sull’utilizzo dei nuovi mezzi d’informazione. Ad esempio, deve saper navigare in internet».
Domanda – Tu lavori anche in televisione. Hai dovuto cambiare qualcosa di te stessa per rapportarti a questo nuovo pubblico?
A.Pettinelli: «Non penso di aver modificato niente, perché sono sempre la stessa persona, anche se è ovvio che stiamo parlando di due mezzi differenti: la radio usa la parola, la televisione l’associazione tra la parola e l’immagine».
Domanda – Forse anche per questo la radio consente maggior creatività?
A.Pettinelli: «Indubbiamente. La radio concede più spazio alla fantasia, non solo mia, ma anche dell’ascoltatore, che può ripartire alla mente, attraverso le parole e la musica, alcuni episodi particolari della sua esistenza. Inoltre, è meno invadente, perché non catalizza tutta l’attenzione su di sé e ti permette di ascoltarla mentre fai qualcos’altro. Questo non è possibile con la televisione: o la guardi o fai qualcos’altro».
Da Orizzonti n.13, Giugno-Settembre 2000
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