| Giovedì 21 marzo al Sevent In di Corato
"VAGHE LETTERE D'AMORE E DI RABBIA" DI SANDRO MARANO
Il 21 marzo, inizio della primavera, è universalmente il giorno della “festa della poesia”. Il prossimo giovedì 21 marzo alle ore 18,30, nell’accogliente ed elegante sala del Bar Sevent In, in corso Garibaldi a Corato, la ricorrenza verrà celebrata con la presentazione della raccolta di poesie Vaghe lettere d'amore e di rabbia di Sandro Marano.
L’iniziativa pubblica è promossa dal Corso serale del Liceo Artistico di Corato “Federico II – Stupor mundi” che, in tal modo, vuole aprirsi al territorio e far conoscere la notevole valenza della formazione in età adulta, specie in momenti di crisi come quello attuale.
A presentare l’Autore sarà Gaetano Bucci, docente di Lettere del Liceo Artistico e prefatore del libro di Marano, uscito qualche mese fa per i tipi di Aletti Editore di Roma. A leggere i testi poetici, prima del dibattito col pubblico, saranno alcuni allievi del Corso serale del Liceo Artistico.
Vaghe lettere d'amore e di rabbia, ultimo lavoro artistico dell’Autore barese, si pone in continuità con la sua precedente produzione letteraria e saggistica. La pluridecennale presenza di Marano nel panorama letterario pugliese e meridionale è incentrata sul rapporto tra Natura e Storia, nonché sulla ricerca di senso dell’uomo moderno, soffocato dalla tecnica ed immiserito dalla perdita dei grandi valori spirituali e ideali, relativi alla vita individuale e collettiva.
Il titolo della raccolta contiene una contraddizione, una dicotomia e un originale ossimoro; da una parte l’amore, dall’altra la rabbia. Il contrasto però non è una resa definitiva. Infatti, il “sogno d’amore” di Marano, se da un lato si infrange contro la cosiddetta “modernità”, dall’altro viene recuperato attraverso la poesia e l’arte, sia come sentimento individuale che come “agape cristiana” e universale armonia bruniana.
L’uomo, per Marano, è sempre lì - nonostante il progresso scientifico e lo sviluppo economico - sospeso “tra Dio e il nulla”. Oggi, di fronte allo scacco non abbiamo “vie di fuga”, ma solo “vie di rigenerazione”… mentre “bisbiglia canti d’amore/la bifora moresca”. Il che significa che il riscatto non può che partire da una corsa alla ricerca della bellezza, da un tuffo nell’arte, da un “salto nell’amore”, il più grande, nobile e duraturo di tutti i sentimenti umani, e forse di tutte le creature.
Così, per Marano non diversamente da tanti importanti poeti degli ultimi decenni, la poesia diventa possibilità “di silenzioso ascolto e di conciliazione” della Storia e della Natura. Essa diventa “visione” di ciò che non è più ma che pure si profila sempre all’orizzonte, e ci al apre al nostro futuro.
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