| “…ci si salva insieme… Mi è successo al pronto soccorso di aver capito questa cosa, però poi passa il tempo e ci si scorda”
“Il teorema della notte dice che c’è sempre qualcosa di peggio e di meglio da raccontare”
Tra le righe la Vita si palesa forse come splendido terribile anacoluto: “Il mio male è non riuscire a vivere. Un orrore. Però alle volte mi sveglio e va tutto bene”
“siamo lontani e vicini insieme”
“Perché chissà perché avviene una comunicazione”
“Chi è più importante il malato o il medico?”
“Lo sapete voi che il primo ed unico rimedio alla malattia, qualsiasi malattia è il contatto fisico?”
“Le impalcature della vita son strane. Ci sono momenti che ti ricordi”
“Quando si può ci vuol poco a riprendersi, basta seguire la propria voglia di vivere e galleggiare”
“Se esiste una giustizia, io non ho il coraggio di chiamarla in causa, semplicemente perché non c’è”
“Non ho soldi, non ho tempo, non ho storia. Non ho soldi, non ho tempo non ho storia”
“La malattia c’è se la vuoi avere. Se no ce l’hai e te la tieni”
“Un’esperienza che ancora non so descrivere bene… Mi viene in mente Budapest anche se non ci sono mai stata”
“Sarebbe successo quello che è successo in un altro posto? Chissà...”
Giuseppe Calò
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Irene Grazi è nata a Ferrara nel 1975. Ha frequentato l’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara e l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1995 al 2009 ha esposto in diverse mostre collettive di arte contemporanea. Ama l’arte di qualsiasi genere ma soprattutto la fotografia. Dopo la prima esperienza letteraria con il testo “Dal mio corpo”, pubblicato nel 2008, pubblica ora il suo secondo testo “Pronto soccorso”.
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«Da Andrea:
Una volta io e mio fratello abbiamo avuto la broncopolmonite tutti e due.
Ci siamo salvati insieme.
L’ospedale sarà strano a dirlo ma a volte è il posto più bello che ci sia. Proprio per i motivi per cui di solito alla maggioranza della gente fa schifo.
C’è silenzio, ci si osserva, le luci non son granché, barelle, camici, poltroncine, e alla fine come ha detto Andrea ci si salva insieme al contrario di come succede in tutti gli altri posti.
Mi è successo al pronto soccorso di aver capito questa cosa, però poi, passa il tempo, e ci si scorda.
Sinceramente non mi ricordo cosa mi fosse successo, però arrivata lì al pronto soccorso c’era gente, c’era da aspettare, come succede sempre al pronto soccorso, quasi sempre, da quel che ne so.
Uno va lì che ha fretta perché si è fatto male e poi deve aspettare, e in genere ci si siede e si pensa: “ma come? Ho male, è il pronto soccorso, e non c’è nessuno a cui interessa”, cioè si pensa che l’intervento su di te debba essere immediato, e invece no.
Per lo meno non sempre, forse quasi mai.
Nei film si vede che arrivano persone dopo incidenti stradali e quelli, spesso, hanno bisogno di intervento immediato, ma a me, fortunatamente, non mi è mai successo di trovarmi di fronte a scene di questo tipo, fortunatamente».
(Dall’incipit di “Pronto soccorso” di Irene Grazi)
Titolo: Pronto soccorso
Autore: Irene Grazi
Editore: Aletti
Prezzo: 5,49
eBook
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