| Pasquale Di Nuzzo è un giovane ventitrenne di Potenza (Basilicata), che studia medicina all'Università La Sapienza di Roma, ma oltre ad avere la passione e il desiderio di diventare medico, dentro di sé ha un mondo tutto da scoprire, che riesce a venir fuori e ad essere conosciuto grazie alle sue poesie, raccolte ora in un libro intitolato "Aspetto tue notizie", pubblicato da Aletti Editore. Ha deciso di raccontarsi e raccontare questa sua passione in questa intervista.
Domanda - Da dove nasce la passione per la poesia?
Di Nuzzo - «Non saprei rispondere con precisione, credo che sia nata spontaneamente. Iniziando a leggere, mi è venuto naturale rivolgermi a diversi generi e la poesia mi ha catturato per il modo diretto, ed al contempo articolato che ha, di trasmettere emozioni, opinioni, stati d'animo. La poesia ti comprime, rendendoti un atomo minuscolo, invisibile, in grado di penetrare inosservato negli anfratti più piccoli e variegati dell'uomo emozionale, permettendoti di trovare a pieno quello che mille altri diversi da te hanno provato. Ecco, credo che sia stata questa forza ad avermi stregato.»
Domanda - Come mai hai deciso di raccogliere le tue poesie in un libro? Chi ti ha spinto a farlo?
Di Nuzzo - «Ho deciso di raccogliere le mie poesie in un libro perché, ad un certo punto, ho sentito l'esigenza di divulgarle, di renderle accessibili agli altri e di "rendermi accessibile", di mostrare quella parte di me che normalmente mantengo ben lontana dal mondo esterno, poiché estremamente vulnerabile, sperando, al contempo, di trasmettere qualcosa, di emozionare un possibile lettore.»
Domanda - Quando a casa hai espresso il desiderio di pubblicare un libro tuo, come hanno reagito?
Di Nuzzo - «Direi che la reazione è stata positiva. I miei genitori hanno sempre spinto a realizzarmi secondo quelle che sono le mie inclinazioni ed i miei desideri, quindi, quando ho detto loro che avevo intenzione di pubblicare la raccolta mi hanno appoggiato senza riserve.»
Domanda - Perché questo titolo, "Aspetto tue notizie"?
Di Nuzzo - «Innanzitutto perché è il verso iniziale di uno dei miei primi scritti e quindi mi piaceva l'idea di intitolare così anche la prima silloge, poi perché lo trovo un titolo molto evocativo: mi affascina l'idea di attendere notizie riguardanti qualcuno benché io sia un irruente che odia aspettare; lo stato di sospensione che si prova durante l'attesa, l'ansia di non sapere, sono tutte cose che nell'immediato provocano un senso di fastidio, ma che in seguito, a posteriori, danno enfasi al momento, lo rendono pieno, facendo la differenza tra il tempo che diviene ricordo e quello che scade nell'oblio. Questo a mio parere, naturalmente.»
Domanda - Quale tua poesia dedicheresti ad una persona a cui vuoi bene?
Di Nuzzo - «Nessuna in particolare. Ogni scritto porta dentro una parte di coloro che mi hanno ispirato nel bene e nel male, che comunque, nel tempo, rielaborato diventa un'esperienza formante. Mi piace pensare che siano tutte in sé una piccola dedica.»
Domanda - Cosa consiglieresti ad un ragazzo che ha la tua stessa passione?
Di Nuzzo - «Non credo che si possano dare consigli. L'arte, la scrittura o comunque una passione in generale scaturiscono d'improvviso e ti prendono con una forza incredibile, che ti porta poi a coltivarle affrontando tutti gli ostacoli, a parte questo non mi sento di dire altro. Del resto io sono il primo ad avere bisogno di suggerimenti essendo ancora alle prime armi.»
(Articolo di Stefania Postiglione, per Young4 Young)
Diventa nostro amico su Facebook
www.facebook.com/alettieditore
Seguici su Twitter
www.twitter.com/alettieditore
Visita il nostro Canale Televisivo Youtube
www.youtube.com/alettieditorechannel
|