| «La scrittura di una “mistery novel”, o di un “thriller letterario”, come sono state definite le mie storie dai critici, è qualcosa di complesso e articolato. Mi piace paragonare una storia a un treno che attraversa veloce il mattino, fendendo la nebbia. La trama è rappresentata dal motore: contiene un’energia particolare, qualcosa di potente e sorprendente. Ogni vagone del treno poi, rappresenta un tassello che può al contempo chiarificare la storia, o renderla ancora più enigmatica. La nebbia fa da sfondo, rende il tutto ancora più difficile da decifrare: per questo è necessario aguzzare gli occhi e prestare attenzione a ogni particolare, non sottovalutare le coincidenze, i messaggi che ci vengono anche dai riferimenti letterari. I vagoni inoltre, possono rappresentare un modo di svelare anche la costruzione stilistica di un libro: uno può rappresentare il linguaggio, un latro l’idea che sta alla base della storia, un terzo può essere un riferimento storico o letterario che ne spiega le conseguenze. È una sorta di lettura a più livelli, quello stilistico-narrativo e quello della suspence e delle trovate. La “mistery novel” è una costruzione letteraria composita, formata da letture a “più strati”, un po’ come “Il nome della rosa” di Eco, per intenderci. Per questo ogni mia storia può essere paragonata a un treno con molti vagoni, o se preferite una metafora russa, a una “matryoska”».
Articolo pubblicato su Orizzonti. La rivista la trovate qui: http://www.rivistaorizzonti.net/puntivendita.htm
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