| Recensione e articolo a cura di Fabiana Carucci
Tra le righe di Meibi Nuar si specchiano vite spaesate, perse, colme di energia vitale e di disperazione solitaria. Lo scenario immaginario è quello dell’Italia del sud, il tempo è il nostro.
Le pagine squarciano una realtà fatta di frammenti di specchio che si tormentano, si scontrano, stridono e si sfuggono: qui i personaggi si straziano fra l’essere e l’apparire, spezzati fra la propria interiorità e il ruolo sociale; facce contrapposte e coesistenti di una stessa realtà che parla di un vivere col fiato sospeso. L’impatto del lettore è diretto, secco. Chi apre il libro vi si immerge immediatamente, senza scivoli d’entrata, e si ritrova parte di una realtà che, ti prende e basta! Così come sono la vita, le azioni ed i pensieri di Dora, Ina, Pino, Irma, Tina, Dottore, Fosco e Nero. Concittadini, amanti, amici, nemici, parenti serpenti, ma tutti legati a mandata doppia.
Esistenze parallele; individui che condividono lo stesso spazio vitale come leoni in gabbia affamati e pronti a sbranarsi l’un l’altro….ma con cortesia. Persone che si scontrano, si cercano, si odiano e si necessitano come l'aria. Così Micol Graziano ci racconta di desiderio di libertà, di un costo pagato, di voglia di serena normalità, di attesa, di vite vissute in un paese immaginario della Sicilia, ove la tradizione e ciò che è bene che sia inciampano con quello che si vuole essere.
L’autrice comunica in modo diretto, racconta con un ritmo veloce, descrive senza fronzoli la vita e i pensieri di Dora, una mula testarda, una che mollava zoccoli sugli zigomi. Accecava l’interlocutore. Tenace, indigesta, nauseante. Accanto a lei Ina, voce esile. Scapigliata, le ciocche sparse, il viso ceruleo, smunto.
Il ritmo è serrato: il tempo scorre maledetto e quasi impietoso e scruta i personaggi che si trincerano dietro il proprio io: si alleano, si cercano, litigano, si usano quasi a quotidiana conferma della propria esistenza. Al grido silenzioso di ‘A megghiu parola è chidda ca ‘un si dici, ciascuno di loro riecheggia veloce fra le pagine.
Leggerete di Irma, che Dora talvolta sceglieva come stampella d’appoggio per sganciarsi da quella piaga di Ina e troverete Tina, una che sapeva d’acqua, una da cui non usciva sugo. Conoscerete Nero, astuto osservatore: osserverete Fosco, desideroso di “cancellare” il mondo. E poi l’incontro di Dora col Dottore, in una notte come tante ma che cambierà una, due, diverse vite; una notte di….Meibi Nuar!
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Incontro con l'autrice: Micol Graziano
Micol Graziano nasce a Roma nel 1978, si laurea in Lettere Classiche all’Università “La Sapienza e scrive per la carta stampata spostandosi tra L’Italia e la Svizzera. Giornalista pubblicista dal 2005, attualmente nel team della redazione di “RDS News”, Micol è anche appassionata di musica (suona la chitarra ed il basso elettrico) e di cinema. Autrice di alcuni cortometraggi già sul web, la Graziano ha realizzato questo suo primo libro con uno stile che colpisce dritto al punto; una forma decisa, particolare.
Domanda - Micol, questa è la tua prima esperienza come scrittrice, per te che vieni dal mondo del giornalismo e della radio in particolare. Quanto la tua esperienza professionale ha influenzato la tua scelta stilistica e tematica?
M. Graziano - “Ho una scrittura molto rapida, veloce, spigolosa. A volte sincopata. Che si valorizza con la lettura a voce alta. La recitazione. Quindi sì, la radio ha influito molto nelle mie scelte di stile. Così come la musica. Suono il basso elettrico. Amo il ritmo.”
Domanda - In quale dei tuoi personaggi ritrovi maggiormente te stessa?
M. Graziano - “Nei personaggi che soffrono. Quindi in tutti, direi. Perché ognuno di loro si porta dentro un grande dolore”.
Domanda - Prossimo libro?
M. Graziano - “Ancora non ci ho pensato...”
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