| Appena scorto l'ho sfilato da sotto una pila di libri. Come sono solita fare con le riviste dal parrucchiere, l'ho sfogliato partendo dal fondo. Sarà che sono mancina, fatto sta che io inizio sempre da lì. Poi mi sono appassionata riappropriandomi dei contenuti di quelle pagine e, arresa, sono partita dall'inizio.Ho ritrovato il mio diario. Uso correttamente l'articolo determinativo "il" perché è stato il solo e unico della mia vita. La copertina del quaderno ha un fondo giallo con minuscoli fiori azzurri, lo trovai romantico all'epoca e oggi la penso allo stesso modo.Il rinvenirlo ha scatenato nel mio animo un'avidità che mi ha spaventato; così mi sono chiesta se era bene o male. - È una cosa mia, mi sono giustificata, l'ho solo ritrovata, non dimenticata. Il nostro io profondo non dimentica; mentre la superficie dell'essere, quella che più conosciamo e con la quale abbiamo stabilito un patto di non belligeranza, si difende: si distrae e diventa leggera. Nelle pagine di questo diario ho ritrovato un capitolo della storia che mi ha accompagnato all'oggi. Si è aperta una finestra del ricordo con la nitidezza delle decisioni sofferte: un bel giorno mi sono detta basta! Basta confrontarmi con delle pagine bianche che appesantisco con il mio essere confuso. Il diario era divenuto troppo importante: era il "mio amico".Nelle difficoltà che hanno accompagnato quei miei giorni, gli devo riconoscere però la pazienza all'ascolto; la disponibilità ad accogliere il peso del mio esistere. Ero sola.Parlando di bene o di male mi riferisco al fatto che a volte ricordare è bello, ma dobbiamo essere preparati: può non essere facile! Dicevo che è stata una curiosità che non ho saputo contenere: il ritrovamento inaspettato, non cercato, scatena una strana euforia. Quel fiume di parole parlava di me. Ho trangugiato tutte le pagine rivivendo quei giorni fatti di dolore, disorientamento, ricerca e scoperta d'insperate risorse.È stato emozionante! I percorsi dell'essere umano sono diversi, gli strumenti anche, ma sono convinta che tanti siano alla ricerca di una via d'uscita dalle avversità; tanti si domandino qual è il senso per cui vale la pena vivere. Ora sorrido, all'epoca no! (Dalla Prefazione)
TRAMA - Alina non è la principessa araba che profuma d'ambra, ha labbra di zucchero ed è così bella da far vergognare il sole, come racconta la favola Le mille e una notte.In questo racconto, Alina è una donna che fatica a riconoscere l'origine del malessere che accompagna il suo incedere quotidiano. Non recita volentieri la parte che il copione le porge: troppe note stonate, mancanza d'armonia, d'amore.“… è morto così, lasciando tutto sospeso. Di colpo è venuto a mancare l'interlocutore della mia vita, del mio malessere, la mia metà o meglio, controparte.” Quasi un viatico la morte del marito: Alina reagisce ed inizia il cammino del vivere. Emerge la vera bellezza che è in lei, come in ogni essere. Un affascinante percorso tra psicologi, sciamani e cristalli…Tutto questo ci racconta Alina in La bellezza non è un frutto proibito, offrendo al lettore un messaggio positivo: aprendosi alla vita si può vincere.
Titolo: La bellezza non è un frutto proibito
Autore: Anna Uberti Editore: Aletti
Prezzo: € 5,49
ISBN: 978885910463
eBook
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