| “La strada da scegliere”, prima raccolta di pensieri, poesie, canzoni di Paolo Pagnotta, edita da Aletti, si apre proprio con la prima poesia dell’autore, scritta tra i banchi di scuola a sedici anni. “La pagella” rappresenta quindi un esordio nel mondo della scrittura, è quell’avvicinarsi alla poesia in modo istintivo per dare libero sfogo alle emozioni di adolescente. Pagnotta s’introduce in punta di piedi nel mondo delle parole e cerca di domare corrispondenze e convergenze del proprio sentire.
Il poeta affronta i temi più svariati, dall’amore alla solitudine, a quel malessere esistenziale che arriva ad uccidere l’anima. Con uno stile semplice, ma convincente e a volte spiazzante, Pagnotta si spinge ad una riflessione costante sull’esistenza: “Io mi sento giusto/ in un mondo sbagliato/ mi sono perso/ in questo universo”.
Si accentuano gli attimi di sfogo e di inquietudine, quello stare in bilico alla ricerca di stabilità emotiva. Alcune poesie risultano particolarmente incisive proprio per quella drammaticità che si avverte nei versi. Canti di solitudine e sofferenza si alternano tra le pagine lasciando spazio ad uno spiraglio di luce che però appare come una mera illusione. “Non c’è cura per/ questo male invisibile che soffre dentro di noi”.
La felicità sembra una meta irraggiungibile per il poeta, quasi una chimera, lontana da qualsiasi intento personale.
È evidente che l’autore si affida alla poesia per una sorta di liberazione interiore, a consolazione di una quotidianità scandita dalle attese e dalle tensioni.
Foto: "La strada da scegliere" (Aletti Editore) di Paolo Pagnotta su Periodico Italiano “La strada da scegliere”, prima raccolta di pensieri, poesie, canzoni di Paolo Pagnotta, edita da Aletti, si apre proprio con la prima poesia dell’autore, scritta tra i banchi di scuola a sedici anni. “La pagella” rappresenta quindi un esordio nel mondo della scrittura, è quell’avvicinarsi alla poesia in modo istintivo per dare libero sfogo alle emozioni di adolescente. Pagnotta s’introduce in punta di piedi nel mondo delle parole e cerca di domare corrispondenze e convergenze del proprio sentire. Il poeta affronta i temi più svariati, dall’amore alla solitudine, a quel malessere esistenziale che arriva ad uccidere l’anima. Con uno stile semplice, ma convincente e a volte spiazzante, Pagnotta si spinge ad una riflessione costante sull’esistenza: “Io mi sento giusto/ in un mondo sbagliato/ mi sono perso/ in questo universo”. Si accentuano gli attimi di sfogo e di inquietudine, quello stare in bilico alla ricerca di stabilità emotiva. Alcune poesie risultano particolarmente incisive proprio per quella drammaticità che si avverte nei versi. Canti di solitudine e sofferenza si alternano tra le pagine lasciando spazio ad uno spiraglio di luce che però appare come una mera illusione. “Non c’è cura per/ questo male invisibile che soffre dentro di noi”. La felicità sembra una meta irraggiungibile per il poeta, quasi una chimera, lontana da qualsiasi intento personale. È evidente che l’autore si affida alla poesia per una sorta di liberazione interiore, a consolazione di una quotidianità scandita dalle attese e dalle tensioni.
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