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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

“IL LIBRO” di Andrea Iannamorelli. Dal racconto del passato, la speranza per il futuro. Articolo di Roberto Grossi, sul n. 4, anno XXXIII, del "Gazzettino della Valle del Sagittario”

di Rassegna Stampa

C’era tanta gente, venerdì 7 dicembre 2012, nella sala consiliare della Comunità Montana Peligna a Sulmona, per la presentazione de “Il Libro” di Andrea Iannamorelli.
Molti gli amici e tanti semplici conoscenti.
Egli è noto a Sulmona per il suo impegno politico e per essere stato dirigente della Scuola Media “Ovidio”. A questo giornale è particolarmente caro, perché lo onora di una sua rubrica, in cui passa a setaccio le varie vicende sociali e politiche, sia nazionali, sia del comprensorio peligno.
Il compito di presentare il suo libro ai nostri lettori mi emoziona alquanto, perché sono stato uno dei primi a leggerlo, quando alcuni anni fa Andrea mi diede il compito di prepararne l’impaginazione. Il lavoro può sembrare meccanico, ma non lo è affatto, se si pone il dovuto impegno, che richiede anche la lettura del testo. E così, pagina dopo pagina, la storia mi catturò pienamente, perché i fatti erano tanti e si intrecciavano con le vicende politiche e con gli uomini di potere. Una storia di cause ed effetti, che delineavano sconfitte e vittorie dell’autore, che inesorabilmente si riverberavano in egual misura su tutto il comprensorio.
Dopo la lettura, il lavoro d’impaginazione proseguì alacremente. Ancora qualche settimana e tutto era pronto per andare in stampa, a cura dell’associazione “L’Atelier”, con il titolo di “Ville e Giardini”, quando il mutato quadro politico nazionale suggerì di tenerlo ancora nel cassetto. Andrea, “passata la tempesta” di quegli anni, ha ripreso il vecchio dattiloscritto, lo ha attualizzato, dandogli un nuovo nome: “Il Libro”. E come tale, con ben 234 pagine, è uscito in tutte le librerie abruzzesi, edito da Aletti (Guidonia-Roma) e distribuito da Mursia. Le fotografie in copertina e nell’interno di Villa Sardi, Sulmona, sono di Claudio Lattanzio
Ecco in breve la trama.
Nike Weston oggi è un giornalista che vive e lavora a Pavia. Di padre inglese e madre abruzzese, ha quasi sempre vissuto da solo, senza forti radicamenti territoriali.
Gabriele Verità, insegnante di liceo, dopo essersi laureato a Roma, è rimasto a vivere nella sua terra, in Abruzzo. A Roma, negli anni sessanta, Gabriele aveva conosciuto Nike, con cui aveva convissuto per alcuni anni, Le loro strade si erano divise, ma i due vecchi amici, senza più contatti per quarant’anni, si sono ritrovati grazie al web.
Nike coltiva l’ambizione di scrivere un libro sull’Abruzzo e, per raccogliere materiali, non si lascia sfuggire l’occasione di una visita all’amico, di cui ammira la capacità di riflessione e l’attenzione alla vita. Ma l’attualità li coinvolge e li assorbe.
Il libro di Nike diventa complicato, gli appunti con i quali è partito da Pavia mostrano tutto il limite di una realtà vista da lontano, stereotipata e di maniera.
Alla ricerca di elementi forti e autentici da raccontare, Nike Weston e Gabriele Verità decidono che il libro già pronto non è altro che un’ipotesi di diario al quale Gabriele lavora da anni: una serie di appunti che lui – che ha fatto politica attiva per più di vent’anni – idealmente consegna, all’alba del terzo millennio, a un figlio che vuol far politica.
Andrea Iannamorelli, sviluppando questa trama narrativa, che fa emergere i protagonisti dall’attualità più contemporanea (soprattutto il terremoto del 2009 e la definitiva destrutturazione del polo industriale di Bussi sul Tirino) coglie l’occasione per rivedere, criticamente, i momenti più significativi della sua esperienza pubblica, di uomo politico e dirigente scolastico, raccogliendo e mettendo ordine a frammenti documentati della sua attività, dal 1970 alla fine degli anni novanta.
Il messaggio dell’opera narrativa è sostanzialmente pedagogico; l’obiettivo è inequivocabilmente politico.
Pedagogia e politica, infatti, entrano in simbiosi dal momento che “Il Libro” contiene l’obiettivo esplicito di parlare ai giovani attraverso la memoria che “non può essere ereditata… ma è affidata, per gli eventuali effetti positivi o negativi che può generare, alla libertà e quindi alla volontà di chi ne raccoglie i contenuti”.
Le ville e i giardini gentilizi di Sulmona diventano così la metafora della difficoltà della politica di riuscire a far “buone” le cose “belle” che appartengono alle ricchezze che il passato lascia alle generazioni future.
“Ville e giardini gentilizi, cos’è?” risponde il padre al figlio…” Un giorno ti ci porterò e te li farò vedere, ma da fuori, perché a nessuno è dato, ancora oggi, il piacere di goderseli dal di dentro”. E lui, il padre, che all’inizio degli Anni Settanta, da consigliere comunale di Sulmona, quel patrimonio lo aveva fatto vincolare perché diventasse bene pubblico, deve ammettere quant’è difficile riuscire a concretizzare gli obiettivi che un operatore politico si pone.
La lezione che deriva alla storia delle “ville ed i giardini gentilizi”, nel saccheggio della memoria, la si ritrova negli anni della militanza attiva del protagonista quale dirigente responsabile della Democrazia Cristiana negli anni ottanta del secolo scorso, ovvero nella gestione della Unità locale Socio-Sanitaria di Sulmona e nella lunga esperienza di servizio pubblico, reso (dalla pre-politica, come si dicevo una volta, alla politica) nei sindacati, nel partito, nelle Istituzioni e nelle agenzie educative, pubbliche e private.
L’auspicio è che le “nuove generazioni”, le quali chiedono a gran voce di “dare la precedenza al futuro” (come nella premessa dell’autore) siano in grado di fare meglio dei padri.
“Il Libro” va letto con attenzione, da quelli che hanno vissuto quegli anni, per capire come camminava la storia, che non fa mai passi indietro.
“Il Libro” va letto con attenzione dalle nuove generazioni, per trarre un insegnamento, perché la storia, che non è cieco destino, possa camminare con la luce della loro intelligenza e la forza del loro impegno verso quel futuro, migliore del presente.
Un grazie ad Andrea Iannamorelli per non aver lasciato disperdere nell’oblio il suo vissuto di intellettuale, impegnato socialmente e politicamente, ma di averlo fissato nelle pagine del suo libro, perché ognuno ne possa trarre insegnamento.



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