 | «Ogni giorno, a bordo del mio pensiero-veliero, m’inoltro nel diorama del creato- scrive l’autore -. In questo luogo di meraviglie, la mia coscienza percezionale si libra libera ed alata per sorprendersi davanti ad ogni forma di natura, ad ogni piuma colorata e, viepiù, al cospetto alla parola scritta o sonoramente pronunciata.
La silloge “Amminoacidi” vuole (o tenta) di essere l’esito di questo incontro emozionato, dove le parole evaporino calore o brindino insieme per nutrire di senso il sodalizio che le ha viste lì radunate, sul binario del verso che le accoglie, ad allestire al lettore una festa inaspettata a suon di ritmo e di sotteso significato».
Giustino De Santis (Cansano - Aq, 1942) vive e lavora a Roma, dove si occupa con notevoli risultati di pittura. Ritiene che l’arte nei diversi linguaggi in cui si esplica, sempre più risulta essere un insieme di infiniti incontri e scontri a livello di percezione verticale della realtà; l’azione, laddove si oggettiva, è solo una fra le tante possibili, ma è pur sempre una verità, poiché non v’è possibilità di dilatarla nel medesimo spazio-tempo in cui si è costituita.
Nel 1992 pubblica il volume di poesie “Gli umori del lucignolo” e nel 1994 il saggio “La visione modulare”.
Giustino De Santis, Amminoacidi, Aletti Editore, pp. 72, Euro 12,00
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