| Il libro “Il suono delle schegge” (raccolta di aforismi, Aletti Editore) di Enrico Fattizzo, è stato accolto dall'Associazione Italiana per l'Aforisma di Torino.
Inoltre, il libro è stato esposto nel corso della settimana dell'Aforisma che si è tenuta a Torino dal 15 al 21 ottobre 2012 ed è presente stabilmente presso la Biblioteca Civica Centro di Torino.
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“Il suono delle schegge” - Davvero non penso che questa scrittura di Enrico Fattizzo si possa configurare esclusivamente nella categoria dell’aforisma. Perché, probabilmente, l’aforisma costituisce un sorta di metodo per dare forma ad una narrazione che si realizza attraverso il frammento che qui, peraltro, si propone in modo coerente e coeso.
Così ho l’impressione che le micronarrazioni che compongono questo libro rispondano alla logica post moderna che ha decretato la fine delle grandi narrazioni. La frammentarietà del tempo vissuto -ma anche di quello pensato – richiede e impone la specularità di una forma che quindi dev’essere ugualmente frammentata, articolata in una brevità capace di dire il nucleo originario del pensiero, l’essenzialità della riflessione, la perentorietà del giudizio. Leggendo queste pagine trasversalmente, obliquamente, ci si accorge delle costanti riprese e dei continui rimandi a concetti fondamentali e fondanti, dei percorsi lungo gli argini frananti del senso o, più esattamente, della pluralità dei sensi che gli argomenti con cui si confronta Fattizzo rivelano o nascondono.
Lo stile è sostanzialmente un corpo a corpo con il linguaggio.
Fattizzo sprofonda, scava, rivela, perfora, smantella i luoghi comuni, dirada la fumea che spesso si condensa intorno al pensiero e al logos consueto, sbroglia la loro matassa semantica, tende alla ricerca della montaliana maglia rotta nella rete perché sa perfettamente che è in quella smagliatura il lievito del significato. Poi, ancora, cerca di stringere i riflessi del senso, della molteplicità dei sensi che una parola - ogni parola - sventaglia. Analizza. Compara. Dimostra che ogni senso è provvisorio, che ogni senso è finanche falso, se non lo si mette in relazione con un altro senso, con gli altri sensi, se non si creano le condizioni di una creativa prossimità.
Ecco, dunque, che qui le parole, i pensieri, sono come le creature. Esattamente come le creature.
(Antonio Errico)
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