| La questione della giustizia sociale è antica quanto la nascita delle società, dove il predominio è elemento sovrastante in ragione della condivisione, del senso di appartenenza a una collettività. In quest’ottica il libro di Giuseppe Iannarelli pone al centro del proscenio comunicativo, che ogni libro enuncia, il tema delle pari opportunità come elemento supremo di un sistema democratico, dove ognuno deve avere le stesse opportunità di fare emergere le proprie capacità, qualunque sia la classe sociale di origine.
Ed è in questa prospettiva che si inserisce la buona politica, che deve tendere, per garantire alla nostra comunità un futuro migliore, verso un unico principio: la meritocrazia.
Ognuno di noi intraprende una traiettoria personale, che ci mette in contatto con tante persone diverse, ma la strada che ci deve guidare è la certezza di poter compiere il nostro destino seguendo le nostre aspirazioni, pur sapendo che questo comporterà sacrifici e fatica. Ed è in quest’ottica che la politica deve essere di conforto e di aiuto: avere la certezza che chi ci rappresenta e governa avrà come obiettivo primario il buon governo, la giustizia sociale, il funzionamento dei servizi primari, dando contemporaneamente spazio alle eccellenze che, se adeguatamente sostenute, possono ridare benefici alla collettività, in termine di progresso.
Il libro che vi apprestate a leggere pone l’accento su tutte queste questioni, ed un monito per chi gestisce, come me, un’istituzione pubblica: tra le molteplici responsabilità che gestiamo, non bisogna mai mettere in secondo piano la questione della giustizia sociale, che garantisce un ingresso equanime nella competizione della vita.
Ferdinando Di Leo
Sindaco di Rocca Imperiale
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Esiste chi vive nella convinzione che, noialtri meridionali, restiamo fuori dal senso logico dell'esistenza. A detta di questa gente, l’unico mezzo di sopravvivenza che riconosciamo è l'assistenzialismo.
Solo la riflessione di coloro che avvertono il morso soffocante dell’abuso coscientemente sopportato, può aiutarci a capire il martoriato cammino di una popolazione povera che nelle terre del sud si riscopre con una nuova identità globale che non tiene più conto di quella origine territoriale ricca di storia e tradizioni locali.
Anime, dunque, immolate al martirio, attraverso i mille concetti di libertà politica che nulla ha da condividere con un principio di libertà universale.
Anime il cui pensiero viene annullato dal vuoto dei messaggi mediatici, oppresse dall'oscurantismo di baronie mai destituite, riorganizzate e confluite in una borghesia filo-feudataria, anime ridotte allo sfruttamento e al silenzio da organismi paralleli non legittimati, ma anche e sempre più spesso dalla ambigua moralità di organi deviati dello stato. La consapevolezza di uomini che vivono il martirio del proprio territorio e della propria gente e cercano, attraverso l'emancipazione culturale, un definitivo riscatto sociale.
Fortunatamente, in un panorama generale dove ogni giorno notizie di soprusi e illeciti occupano le prime pagine di cronaca e di politica, esistono anche piccoli esempi di un'esistenza genuina spesa nel rispetto della libertà, della dignità altrui, uomini che vivono dell'amore per la propria gente e per la propria terra e ne chiedono il riscatto attraverso strumenti come la cultura, la legalità e tutte quelle forme di lavoro, di imprenditoria, di artigianato, d'arte, che sono l'unica genuina traduzione del pensiero di un popolo che, contrariamente a ogni luogo comune, è ancora vivo, fiero e orgoglioso.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.224 €14,00
ISBN 978-88-591-0395-0
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