| Un’autobiografia che prende forma di romanzo si dipana in ambienti particolari, accuratamente descritti, dove la frequenza della simbolicità concorre a far emergere il fine che sta alla base della narrazione: invitare il lettore a liberarsi dai lacci della vita moderna e a vagheggiare col pensiero in stagioni lontane, alla ricerca di segmenti di tempo avvolti nel mito. Gli argomenti conduttori della trama, nati e rimasti in sospensione tra sogno e realtà, vengono ricomposti e tenuti assieme da un legame di ricordi in forte tensione emotiva tra due archi di vita opposti: il primo, riferito ad una prima età e isolato nella sua piccola grande felicità; il secondo, allargato ad un restante divenire di anni esacerbati dalle avversità e sterilizzati dagli eventi. Il contrasto tra i tempi, anche verbali, nulla toglie al fascino della lettura, che appare docile ad essere fruita e di gradevole effetto. Da ascrivere come novità un supporto di “addizioni” ai capitoli e i “fuori capitolo”, che nel loro insieme danno una visione del mondo e della vita del tutto personale del protagonista, l’io narrante, il cui disagio esistenziale si configura come riflesso della sua fiera avversione per una modernità materialista che antepone l’utilitarismo ad ogni forma di saggezza.
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Luigi Cerullo, nato a Napoli-Marianella nel 1949, poeta e scrittore, è animatore del movimento di pensiero “A pane e acqua”. Opere pubblicate: L’illusione del viandante (liriche) 1987, Menna; La “Fortuna” della povera gente (racconti) 1999, Guida; Memorie di un fannullone 2011, Aletti.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.356 €17,00
ISBN 978-88-591-0382-0
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