| In una carrellata di racconti l'autore vorrebbe far rivivere al lettore i valori e i disvalori che lo hanno accompagnato nel percorso della sua esistenza
«Dedico questo libro a tutte le persone che nel bene e nel male ho incrociato sul mio percorso di vita». Non è racchiuso soltanto in una dedica, quella del suo ultimo libro, il percorso di vita di Matteo Pasini. Si snoda invece anche attraverso una carrellata di racconti con i quali lui vorrebbe far rivivere al lettore i valori (e i disvalori, aggiunge) che lo hanno accompagnato appunto lungo il percorso della sua esistenza.
Ecco allora "Ricordi di vita di un uomo", il libro pubblicato da Aletti editore e "firmato" appunto da Matteo Pasini. I suoi racconti sono godibilissimi, introdotti da una prefazione oltremodo sintetica. "L'uomo moderno, oggi, è più vicino alla macchina che alla natura - vi si legge - e sta perdendo di vista quei valori che lo integrano con le regole della vita che lo circonda. La macchina è solo un mezzo che aiuta l'uomo ad affrontare i problemi con minor fatica, ma non è né potrà mai essere un fine per cui vivere una vita".
Poi parte la carrellata dei racconti, che inizia con Soggetti difficili e si chiude con Cico. Seguono, in verità, altri due capitoli. Uno è dedicato a un mondo antico che non c'è quasi più (quello dei portalettere, delle levatrici, dei materassai, degli straccivendoli e dei mugnai, ma anche quello dei fornai, dei sarti, dei maniscalchi, degli stagnini e degli ombrellai, degli spazzacamini e degli impagliatori, oppure dell'arrotino e della guaritrice), l'altro all'"uomo oggi", seguito a sua volta da una serie di sue massime. Una recita: "La bellezza esteriore è un dono di Dio, quella interiore è una conquista per Dio". E un'altra: "Spesso chi vale molto conta poco e chi vale poco conta molto. La voce fa ascoltare, il silenzio fa riflettere". Bella anche quest'altra massima: "Quando parla il silenzio, scuote le coscienze".
Conosciamo allora più da vicino questo autore. Matteo Pasini è originario di Brescia, dove è nato nel 1934. Sua madre era insegnante, suo padre agricoltore. A Brescia ha conseguito il diploma in Agraria, dopodiché si è trasferito in Toscana per dedicarsi alla conduzione di un'azienda agricola. Dopo alcuni anni si è spostato in Calabria, sempre con la stessa mansione di direttore. Nel 1972 ha però deciso di mettersi in proprio. Ha così preso in affitto terreni incolti o abbandonati, trasformandoli in vere e proprie imprese agricole, più volte prese a esempio e ripetutamente premiate.
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