| Di Giosuè Carducci sono famose le abbondanti abbuffate, accompagnate dal buon vino, che cominciavano al mattino e finivano al crepuscolo, durante cui il poeta discuteva e recitava poesie in compagnia degli amici di Castagneto.
E i pasti quotidiani di Carducci? Ce ne parla egli stesso in alcuni scritti: «Tutti i giorni mangio dodici ostriche e bevo una bottiglia e mezzo o due di Posillipo o di Vesuvio, con un piatto di pesce o di carne, maccheroni e frutta e non altro».
In un’osteria fu murata una lapide che diceva: «Qui Giosuè Carducci, nei mesi di luglio e ottobre degli anni 1882-85, spesso libero da scocciatori, per sedare l’ardore dello spirito, per sciogliere l’amaro degli affanni, per temprare il vigore e la grazia; ilare e di buon umore attingeva dai vini vigore e grazia».
(Dalla rubrica di Carlo Tetali "Pillole - le notizie curiose dal mondo della cultura", Orizzonti)
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