| “Luisella, la protagonista del romanzo, per un caso fortuito ha l’occasione di una visita a New York, dove proprio l’11 settembre 2001 si troverà in visita su una Torre gemella, al momento dell’impatto degli aerei degli attentatori contro le due grandi costruzioni.
I momenti drammatici successivi, il crollo, le persone che volano, la disperazione crescente sono gli elementi che maggiormente si contrappongono alla vita quasi bucolica di una valle, in cui la vita scorre con tutte le sue problematiche a gravare sulle spalle dei suoi abitanti, ma anche sostanzialmente serena, scaldata dal senso di comunità, di partecipazione e di appartenenza, in cui il campo coltivato, pur sempre difficile da lavorare e da cui faticosamente si trae il sostentamento, sa pure offrirsi come palestra di silenzio e di raccoglimento per uomini e donne capaci di leggere i momenti di solitudine e di assenza del rumore come momenti anche carichi di una loro poesia e di una loro magia incomparabile…
È fondamentalmente, quello di Luisella, un viaggio non solo fisico, ma soprattutto spirituale:
dalla Valle Brembana a New York
dalla fatica fisica di un ambiente comunque rassicurante alla fatica mentale di reggere un ambiente di estrema competizione, in cui l’unica tutela è data dal profitto.
È soprattutto quasi uno strappo doloroso da un tipo di vita in cui l’intimità permane un valore autentico, verso un luogo in cui l’unico substrato dell’esistenza diventa il rumore, rumore che si sintetizzerà nella sua ultima manifestazione nello scroscio delle strutture e dei vetri infranti delle torri che svuotano il cielo della loro presenza…
Ed ecco la vicenda delle Torri. Per la prima volta nella Storia viene fatta oggetto di un attacco, che potremmo definire, nelle sue modalità, militare, direttamente la popolazione civile, impegnata nelle sue occupazioni giornaliere, senza che esista una dichiarazione di guerra o alcunché di simile, e senza che la stessa possa immaginarsi chi sia il nemico.
Per la prima volta, in diretta televisiva, si sono viste le persone “volare”; con angoscia abbiamo potuto percepire il tempo che rallentava, “leggere” il terrore delle persone in fuga, figurarci la disperazione di coloro che sono rimaste intrappolate con la sola immagine della morte davanti agli occhi.”
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