| “Un solo libro, la stessa persona, Claudia Piccinno, un unicum indivisibile da cui sgorgano e si sviscerano più maschere, tanti io a seconda dei tempi e dei luoghi attraversati nel corso della propria vita”. Così Piero Lo Iacono descrive nella recensione la poetessa Claudia Piccinno, autrice della sua prima silloge poetica dal titolo “La Sfinge e il Pierrot” (Aletti Editore, 2011), finalista al premio “Giovane Holden” 2012
http://www.giovaneholden.it/concorsi-premioletterario_6.html
Nell’immaginario collettivo la Sfinge rimanda ad un’entità polimorfica, di indefinibile interpretazione, misteriosa ed impenetrabile. Quanto diversa è, invece, questa Claudia-Sfinge... di lettura tutt’affatto diversa: una donna reale, palpabile attraverso le sue molte voci, eppure dotata di ali. E queste ali sono fatte di parole comuni, citazioni antiche, metafore abbaglianti e sommessi monologhi, sillabe dette a fatica e inattesi enjambements (dalla prefazione di Itala Cappello).
“Intuiamo leggendo queste poesie l’identikit dell’autrice - continua Lo Iacono - quel suo essere un po’ sfinge un po’ pierrot, né l’uno né l’altro, ma tutti e due insieme, poiché nessuno può tenere fede alla promessa di far la sfinge a vita’”.
Insegnante nella scuola primaria, laureata in lingue e letterature straniere, appassionata di viaggi e letture, ha il Salento nel cuore, ma ha messo radici nella verde Emilia. Immagini, odori e colori costituiscono un richiamo irresistibile per la sua penna che abilmente fotografa i moti dell’animo.
(Articolo apparso sul “Quotidiano di Lecce” del 28 agosto, pag.27, cultura e spettacoli)
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