| Lo sceneggiatore ha realizzato, assieme a Medda e Vigna, i fumetti fantascientifici “Nathan Never” e “Legs Weaver”. La sua ultima creatura è “Gregory Hunter”
Per molti anni è stato erroneamente pensato che i fumetti non si dovessero scrivere, ma, semplicemente, disegnare. Questa visione piuttosto riduttiva nega che, anche se attraverso i disegni, i fumetti raccontano storie, che devono essere sostenute da una robusta sceneggiatura per risultare avvincenti: un buon disegno può migliorare una storia, ma non può sostituire una trama mancante! Quello dello sceneggiatore di storie di fumetti è un lavoro impegnativo: non basta avere una buona idea, bisogna saperla esporre con coerenza, seguendo la linea editoriale, rispettando il carattere dei personaggi e creando scene non troppo difficili da disegnare, mantenendo infine un buon ritmo nella narrazione (introduzione, suspense, colpi di scena, finale…). Senza considerare che, dopo aver scritto una storia, bisogna saperne inventare due, tre, dieci, cento. Per tutti questi motivi, con il crescente interessamento al mondo dei fumetti, si è avuto un parallelo avvicinamento alla sceneggiatura, argomento di molti volumi presenti in libreria. Spesso è possibile leggerne nei libri che parlano di fumetto, come nel caso “Eroi di Inchiostro – Antonio Serra racconta Nathan Never e Legs”, EuresiEdizioni, a cura di Giovanni Garbellini e Alberto Ostini, del 1996. Il libro in questione è sia un valido strumento per accostarsi ai personaggi di Nathan e Legs per la prima volta, sia un’ottima dimostrazione di come anche il fumetto seriale possa essere fatto da gente che sa scrivere, capace di dar vita a personaggi che sanno comunicare.
Proprio Antonio Serra è l’autore che presentiamo questa volta ai lettori, attraverso quest’intervista che si sofferma principalmente sul suo lavoro “Gregory Hunter”, primo fumetto realizzato interamente da lui, senza l’aiuto di Michele Medda e Bepi Vigna, suoi compagni storici. Ecco come Serra ci ha presentato “Gregory Hunter”.
Domanda – Che ci dice sulla sua nuova creatura?
SERRA – Si tratta di un fumetto di avventura spaziale, sempre edito dalla Monelli. Il protagonista è un ranger dello spazio, che cerca di ripresentare al pubblico moderno un modello di racconto d’avventura classico con una combinazione di molti elementi: azione, divertimento e avventura pura.
Domanda – Gregory Hunter è il primo fumetto creato interamente da lei. Cosa l’ha spinta a questa scelta?
SERRA – Tutto è nato quando l’editore mi ha chiesto un nuovo prodotto. Io ho tirato fuori Gregory, questo mio progetto che avevo nel cassetto da vent’anni. Non l’avevo proposto prima, un po’ perché avevo paura di presentare un mio lavoro da solo, un po’ perché, all’epoca, la fantascienza non era stata ancora trattata dalla Monelli, per tanti motivi. Il più importante riguardava la grafica, per la difficoltà di immaginare ambienti, tecnologie ecc., e per l’impossibilità pratica di realizzarla. Tutti questi problemi ora sono stati superati.
Domanda – Bonelli continua a lanciare nuove testate anche se non si fa altro che parlare di crisi del fumetto…
SERRA – Quello dell’editore di fumetti è un lavoro dinamico, in cui bisogna costantemente proporre un nuovo prodotto, che può rivelarsi un successo oppure no. Bonelli ha chiuso molte più testate di quelle che oggi sono pubblicate; ma continua ugualmente a mandare in edicola i fumetti.
Domanda – Che ci dice riguardo alla crisi del fumetto? Internet può venire a sostegno?
SERRA – Credo che internet possa rappresentare un buon metodo per sperimentare nuove idee, ma resto del parere che comunque non possa assolutamente sostituirsi alla carta. I fumetti sono solo quelli su carta!
Domanda – Oltre a Nathan, Legs e adesso punto Gregory Hunter, tutti fumetti di fantascienza, ha scritto qualcos’altro?
SERRA – Principalmente, sono un appassionato storico di science fiction e quindi occuparmi di fantascienza è la cosa che mi viene più facile, anche se in realtà poi ho scritto e scriverò altre cose.
Domanda – Nelle sue storie ci sono argomenti e situazioni che ritornano, come viaggi nel tempo e realtà parallele. Ci spiega perché?
SERRA – Sì, è vero, racconto solo di viaggi nel tempo, perché sono affascinato da altre dimensioni che non siano il presente e che pertanto non possono essere vissute. Alle realtà parallele ci credo da prima che la scienza dimostrasse che esistono, anche se ora mi affascinano meno, perché hanno perso tutta la poesia da quando sono diventate un calcolo matematico.
Domanda – Sono argomenti comunque allettanti, visto che Nathan è stato venduto anche in America…
SERRA – Abbiamo venduto novemila copie, un numero sufficiente per fare una nuova serie. La Dark Horse infatti si era impegnata in questo progetto, garantendo che da un momento all’altro si sarebbe arrivati a questa nuova storia… Si vede che i tempi degli americani sono più lunghi che da noi…
Domanda – Consigli per un aspirante sceneggiatore?
SERRA – Posso consigliargli di cambiare mestiere? O di scrivere per tv e cinema? Magari lì le possibilità di lavoro sono maggiori! Per farti un esempio di quanto è ridotto il campo dei fumetti, ti dico che alla Bonelli siamo tutti a rischio anche chi ha massima esperienza.
(Articolo di Daniela Masciale, pubblicato su Orizzonti n. 18, apr-lugl 2002)
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