| Grazie alla sua arte, Carlo Rambaldi è diventato un nome noto del cinema internazionale, ottenendo importanti riconoscimenti.
Nato nel 1925 a Vigarano Mainarda (Ferrara), si è laureato all’accademia delle belle arti di Bologna. Ha intrapreso la sua splendida carriera cinematografica realizzando nel 1956, per il film “Sigfrido”, la figura di un drago lungo ben 16 metri. Da lì ha inizio la sua carriera inarrestabile.
Lavora per i più grandi registi del momento, quali: Mario Monicelli, Pier Paolo Pasolini, Marco Ferreri. Nel 1971 avviene l’incontro con Dario Argento con cui collaborerà per la lavorazione del film “Quattro mosche di velluto grigio”, realizzando l’effetto visivo delle quattro mosche ed altri effetti speciali. Nel 1975 realizza, ancora per Dario Argento, gli effetti speciali per “Profondo Rosso”, per il quale darà vita ad alcuni manichini meccanizzati, quali ad esempio la riproduzione dell’attrice protagonista Clara Calamai, per la scena della decapitazione. Successivamente l’incontro con la grande produzione cinematografica di Hollywood gli permetterà di affinare la sua abilità.
Tra i numerosi film ricordiamo: “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Spielberg del 1977 e “Dune” di David Lynch del 1984. Ma la sua consacrazione avviene con la realizzazione degli effetti speciali di King Kong del 1977, “Alien” del 1980 ed “E.T. l’extraterrestre” del 1983, per cui ottiene ben tre Oscar.
Nel 2007 ha curato gli effetti speciali del musical “La Divina Commedia”, avvalendosi della collaborazione di un altro grande maestro del genere, Sergio Stivaletti.
Nella splendida cornice dell’ex convento dei frati minori conventuali a Laureana di Borrello (Rc), ho avuto il piacere di intervistarlo.
Domanda – Lo scorso inverno, ha realizzato gli effetti speciali per l’opera teatrale “La Divina Commedia”, avvalendosi della collaborazione di un altro grande maestro, Sergio Stivaletti. Come mai questa scelta di lavorare insieme?
Rambaldi – Sergio Stivaletti lo conosco da molto tempo! Non c’è stata mai competizione tra di noi, e poi è molto bravo! Inoltre possiede, qui in Italia, un enorme e comodo laboratorio, mentre io non lo posseggo più. Devo dire che ha fatto proprio un bellissimo lavoro.
Domanda – A quanti anni ha progettato la sua prima creatura?
Rambaldi – Io sono di Vigarano, un paese a 10 km da Ferrara, dove arrivavano dei giocattoli che non mi piacevano, poche cose…
Allora con il fango che raccoglievo dopo che aveva piovuto, ho cominciato in un primo momento a realizzarli da me. Così mi sono scoperto abile nel progettare alcuni modelli. Fu proprio il desiderio di avere dei giocattoli nuovi che mi spinse a modellare delle vere e proprie sculture. Inizialmente l’ho preso per un gioco e lo facevo solo per divertirmi e, nonostante i numerosi elogi degli anziani del paese, non pensavo che tutto ciò mi avrebbe portato ad intraprendere questa meravigliosa carriera.
Domanda – Esistono delle differenze tra gli effetti speciali di oggi e quelli di ieri?
Rambaldi – Notevolissime sono le differenze: prima si faceva tutto a mano, oggi i computer aiutano molto.
Domanda – Ha mai pensato di aprire una scuola per trasmettere ai giovani i segreti della sua magia?
Rambaldi – No! Non c’ho mai pensato, anche perché ho i miei segreti e, se dovessi aprire una scuola di effetti speciali, dovrei trasmettere il mio sapere a tutti, i quali entrerebbero in competizione tra di loro. E poi… organizzare una scuola del genere non è una cosa semplice e richiede un enorme dispendio di tempo ed energia.
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