| In un appartamento di Madrid, Marta invita a cena Victor. Il marito di lei è a Londra, e il bambino non farà troppe storie per andare a letto. A dire la verità Marta e Victor si conoscono appena, certo ancora non si possono considerare amanti, ma, chissà, potrebbe essere la serata giusta per cominciare.
Poi un po’ di disagio, il bambino che come paventando qualcosa si rivela un osso più duro del previsto, un bicchierino, quattro chiacchiere e finalmente ci siamo: prime, quasi goffe effusioni, la scena si sposta sul letto e ci si comincia a spogliare. Ma è la fine, o il principio di tutto, perché all’improvviso Marta si sente male e in pochi minuti muore.
Che cosa bisogna fare in una situazione così terribile? Con che diritto si può chiamare il neovedovo a Londra per comunicargli la morte della (infedele!) mogliettina? Quale sarebbe stata la volontà di Marta? Si può abbandonare un bambino di due anni in quella casa, e lasciare che scopra da solo il corpo esanime della madre? È giusto sparire in silenzio e provare a dimenticare tutto?
Non pensate che io vi abbia rivelato troppo, questo è il folgorante incipit del romanzo che le prime righe del libro o la quarta di copertina vi avrebbero subito palesato. Il bello è farsi coinvolgere dai pensieri, dagli interrogativi, dai turbamenti, dai dubbi e dalle ossessioni del nostro protagonista. Seguirlo nella sua morbosa quanto naturale e forse masochistica curiosità di conoscere la quasi sconosciuta vittima. Assisterlo nei suoi piani e accompagnarlo nel suo percorso di redenzione.
“Domani nella battaglia pensa a me” (Einaudi) è un romanzo che offre infiniti spunti di riflessione, e Victor non perde occasione per rimuginare, congetturare, ricordare. Insieme a lui ci addentriamo in una fitta, intricata giungla di pensieri intensi, angosciosi, seducenti, malinconici, ossessivi: l’aria è talmente satura di tutto questo pensare che il tempo non sembra in grado di scorrere con l’attuale passo, e noi abbiamo l’impressione di vivere la storia al rallentatore.
(Articolo di Francesco Denti, pubblicato su Orizzonti n. 17 bis, Dic-Mar. 2002)
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