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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

La scienza è una filosofia – Intervista a Piero Angela

di Rivista Orizzonti

Uomo colto e raffinato, Piero Angela è senza dubbio il maggiore divulgatore scientifico del nostro paese.
Nel corso degli anni, con le sue trasmissioni televisive, è entrato nelle case degli italiani per spiegare con garbo e semplicità il mondo della scienza, intesa in senso lato.
La sua bravura sta proprio nel fatto di riuscire a trattare aspetti scientifici complessi utilizzando un linguaggio semplice ed essenziale, in relazione alle capacità ricettive dello spettatore; ed è proprio ciò che lo ha portato ad essere uno dei personaggi più amati dal pubblico del “piccolo schermo”.
Nato nel 1928, Piero Angela entra in Rai come cronista e collaboratore del Giornale Radio.
Nel 1976 è il primo conduttore del Tg2 e nel 1980 crea la rubrica scientifica “Quark” che nel giugno del 1999 festeggia le duemila puntate.
Nel corso degli ultimi trent’anni Angela ha realizzato per la Rai decine di programmi televisivi di contenuto scientifico, come le tre grandi serie televisive del tutto innovative, che lo hanno portato a “viaggiare” dentro il corpo umano (La Macchina meravigliosa), nella preistoria (Il viaggio dei dinosauri in quattro puntate), e nello spazio (Viaggio nel cosmo in sette puntate). Queste serie, realizzate con il figlio Alberto, sono state girate anche in lingua inglese e vendute in oltre quaranta paesi in tutto il mondo, dall’ Europa all’America, dai paesi arabi all’Asia (Cina inclusa).
Ha svolto questa attività di divulgazione scientifica non solo in televisione, ma anche su giornali e settimanali e ha scritto ventisette libri, alcuni dei quali tradotti in inglese, tedesco e spagnolo. Ha ottenuto premi non solo in Italia ma anche all’estero (negli Stati Uniti e in Giappone) e per la sua attività ha ricevuto quattro lauree honoris causa.

Domanda – Innanzitutto le vorrei chiedere come è nata la sua passione per la scienza?

Piero Angela – A dire il vero è sempre esistita, anche se in un primo momento era sommersa e nascosta. È emersa quando ho seguito dagli Stati Uniti, per il Telegiornale, il progetto Apollo, realizzando dirette in occasione dei lanci, servizi per la Tv 7 e quattro documentari. Da allora, non mi sono più fermato: da ogni documentario nasceva sempre la curiosità e lo spunto per quello successivo, ho così potuto esplorare tutti i campi del sapere umano.

Domanda – Poiché oggi si discute tanto di clonazione umana, secondo lei la scienza deve porsi dei limiti etici oppure deve andare avanti senza condizionamenti?

Piero Angela – Innanzitutto bisogna sempre distinguere tra scienza e applicazioni della scienza e in particolare di tecnologia. La scienza è conoscenza, scoperta: significa leggere il libro della natura, capire come è nato l’uomo, l’universo, cos’è una cellula e quindi conoscere tutti i meccanismi della biologia e della genetica. Le applicazioni delle conoscenze scientifiche, invece, non spettano agli scienziati, che tra l’altro non hanno nemmeno i soldi per farlo a causa dei loro bassi stipendi, ma vengono attuate dalle società, dalle industrie e dai politici. Pertanto gli impieghi delle scoperte scientifiche non riguardano lo scienziato, che deve essere libero di cercare e di conoscere.

Domanda – Lei ritiene che la scienza potrà mai rispondere alle grandi domande della vita? Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?

Piero Angela – La ricerca scientifica ha proprio lo scopo, che una volta era quello dei filosofi, di cercare di rispondere alle domande che l’uomo si pone da sempre. È per questo che io vedo la scienza come una filosofia.
Ad esempio l’astrofisica cerca di capire l’origine dell’universo, la paleontologia della vita, dell’uomo. Lo scopo della scienza non è quello di dare la verità o scoperte assolute, ma di portare avanti una ricerca illimitata. Però molte risposte parziali e convincenti sono state date e quindi la nostra conoscenza del mondo è molto cambiata, rispetto a qualche secolo fa.

Domanda – Qual è oggi il peso della scienza in un paese come l’Italia?

Piero Angela – Sono convinto che oggi un paese si salva dalle varie crisi che può subire solo se punta sulla scuola, la ricerca, l’innovazione e se mira a formare persone che siano in grado di adattarsi ad un mondo in continuo cambiamento. La vera ricchezza da distribuire è questa; ed è giunto il tempo di capire quanto la scienza e la tecnologia siano in grado di influire in modo diretto e forte nell’economia di uno Stato.

Cosa la scienza non potrà mai arrivare a dirci?

Piero Angela – Questa è una domanda che non si deve mai rivolgere a uno scienziato, ma io ti posso rispondere perché sono un giornalista. Come ha detto Confucio: la scienza è saper quello che si sa e non sapere quello che non si sa. Chi vuol sapere tutto subito, deve affidarsi alle interpretazioni che possono dare la filosofia o meglio ancora la religione.

Passiamo ora dalla scienza alla televisione: qual è il segreto della longevità dei suoi programmi scientifici?

Piero Angela – Quello di rinnovarsi sempre, di trovare ogni volta formule differenti per non annoiare il pubblico. Io inoltre lavoro molto, con onestà e competenza. È necessario avere l’autonomia intellettuale per poter dire le cose con cognizione di causa, ma senza schierarsi: soprattutto quando si lavora nella televisione pubblica. Io mi sento realmente al servizio del pubblico, e credo che la gente se ne accorga. Riesco in questo soprattutto grazie allo spirito d’equipe che si crea tra me e i collaboratori, poiché scelgo sempre i giornalisti e gli autori che lavorano in redazione in base alle loro capacità professionali, alla loro voglia di fare e alla loro inclinazione al lavoro di gruppo: in redazione c’è entusiasmo, c’è voglia di lavorare insieme e i risultati si vedono, anche in termini di ascolto.

“Quark” è una delle poche trasmissioni culturali della nostra tv, ottiene degli ottimi indici d’ascolto, eppure sia la Rai che le reti private continuano ad investire sui programmi d’intrattenimento. Secondo lei qual è il perché di questa politica televisiva?

Piero Angela – Ci sono due ragione. La prima è quella del mercato: siccome le televisioni, come anche la Rai, si basano sulla pubblicità, i programmi devono avere alti ascolti per ottenere molta pubblicità e quindi alti incassi.
L’altra ragione è più profonda e riguarda la scienza: l’Italia è un paese che non ha una tradizione culturale scientifica. E la cosa più grave è che non capisce il ruolo che la ricerca e la tecnologia hanno nel permettere al nostro paese di mantenersi come una nazione sviluppata. La vera benzina dello sviluppo è la conoscenza e il sapere. Noi non possiamo perdere quest’occasione perché, come ha detto qualcuno, non si può essere ricchi e ignoranti per più di una generazione.

(Articolo di Giulio De Angelis, pubblicato su Orizzonti n. 14 nov-feb 2001)


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