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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

"L'autostima": Il libro dello psichiatra Willy Pasini che fa chiarezza sui rapporti interpersonali e l’autostima. «Chi crede in sé lo trasmette agli altri».

di Rivista Orizzonti

Si può imparare a credere in sé stessi? E si può anche imparare a vivere meglio? Non si tratta delle solite frasi fatte, ma dell’intento che si è prefisso col suo ultimo libro “L’autostima” (Mondadori), il noto psichiatra Willy Pasini, da sempre attento a queste tematiche. Infatti, questo saggio, che si presenta come una guida pratica (in esso sono compresi anche due test), si pone come un aiuto per la comprensione del proprio carattere e per il superamento delle resistenze inconsce al miglioramento della vita. Proprio estrapolando alcune affermazioni dal libro, abbiamo analizzato assieme all’autore il concetto di autostima, rapportandolo a tutti gli ambiti della vita quotidiana.



Domanda – Iniziamo a parlare del concetto di autostima nel rapporto con gli altri.

Willy Pasini – La valutazione positiva o negativa di sé condiziona i rapporti interpersonali: chi crede in sé lo trasmette agli altri e gli altri gli credono, al di là di quello che vale realmente.

Domanda – C’è una frase di Goethe che lei ha citato nel libro: «Qualsiasi cosa possiate immaginare di fare, fatela». Non è una frase un po’ pericolosa?

Willy Pasini – Beh, è pericolosa se riferita a contesti diversi da quello per cui l’ho utilizzata. Io l’ho tradotta per una determinata tipologia di persone: i timidi. Sono soggetti spinti dalla voglia di fare, ma che raramente concretizzano questo desiderio. A questo proposito, mi vengono in mente gli adolescenti del mio tempo. Tantissimi volevano partire per l’Afghanistan, però poi solo il 10% di questi partiva effettivamente. Gli altri si limitavano a venire alla consultazione: “Io vorrei… io vorrei… io vorrei…”, ma senza agire. Quindi contro la timidezza ho usato questa frase di Goethe.

Domanda – Da Goethe passa a Cicerone. Già Cicerone affermava che si vale agli occhi degli altri quello che si vale ai propri.

Willy Pasini – L’ho usata per i “gonfiati”.

Domanda – E chi sono i “gonfiati”?… sono in prevalenza maschi?

Willy Pasini – Sì, prevalentemente maschi. “I gonfiati” parlano sempre delle cose che sanno e poi mascherano in tutte le maniere, con gli abiti, con i soldi, un vuoto interiore, che sono consapevoli di avere. E quindi diventano conformisti, per essere accettati dagli altri. Anche loro non hanno autostima.

Domanda – E in politica che relazione c’è con l’autostima?

Willy Pasini – L’autostima è fondamentale: stimarsi è la vera risorsa per un politico. Un politico che deve trascinare una folla è come un capitano di guerra che deve trasmettere questa energia. Un politico che è “gonfiato” non trascina nessuno: ha il suo momento di gloria, ma poi nel tempo viene riconosciuto per quello che è.

Domanda – Parliamo delle donne ora. La bassa stima di sé che cosa comporta in amore?

Willy Pasini – Io in questo libro ho parlato male delle donne che si innamorano dei mascalzoni. Molte di queste hanno un’autostima bassa: non si innamorano perché il fascino del mascalzone offre loro qualcosa di speciale (alcune anche per questo e perché hanno delle fantasie “perverse” che le stimolano), ma perché pensano di non meritare un uomo normale e si dicono: “Non posso avere per me un uomo normale, devo avere un uomo che mi sfrutta, che mi usa, perché io ho una cattiva autostima di me e quindi posso avere solo questi uomini”.

Domanda – Nelle donne buona parte della fiducia di sé dipende dalla figura materna. Queste sono tutte frasi estrapolate dal libro.

Willy Pasini – La madre è un modello primitivo che però poi si sposta sull’uomo. La madre che chiede alla figlia di riempire i suoi vuoti, dovuti, non so, ad un conflitto coniugale, poi insegna alla figlia che lei deve riempire i vuoti degli altri e quindi anche i vuoti degli uomini.

Domanda – Che cosa deve insegnare una madre alla figlia?

Willy Pasini – Che la figlia ha diritto di vivere per se stessa, non per la madre.

Domanda – Ma il modello della madre sarà ripercorso in modo specchiato oppure ci sarà una ribellione? Se la figlia vede una madre perdente, una madre stressata, una madre chiusa, una madre non realizzata nelle sue potenzialità, come si comporterà?

Willy Pasini – Dipende da quali sono le altre figure femminili che ha intorno.

Domanda – Se è figlia unica?

Willy Pasini – Può sperare nella maestra di scuola.

Domanda – Un altro concetto che riguarda uomini e donne, ma in cui sono più coinvolte quest’ultime, è la bellezza. Una frase del libro dice: “La bellezza è un tema obbligato per chi vuol parlare di autostima, sebbene sia un concetto filosofico e psicologico più che estetico”.

Willy Pasini – Nella società attuale, in cui siamo giudicati dall’esterno, la bellezza è più importante di quanto prima sia stata considerata. Infatti prima le religioni giudicavano le persone sulla base di altre qualità più durature: la bellezza era considerata effimera.

Domanda – A proposito di bellezza, per le ragazze uno scoglio forte è il seno. Dal libro si evince che l’autostima varia semplicemente dal variare delle dimensioni del seno.

Willy Pasini – Non è solo questo. Il seno nell’adolescenza è un momento cruciale nel bene e nel male. Io ho raccontato l’esempio di una ragazza che aveva un padre, non incestuoso, ma solo curioso del primo sviluppo. Il padre le ha regalato per la festa un vestito troppo sexy e poi l’ha invitata a ballare e quella era la prima danza con la figlia. Ebbene questa ragazza ha associato al seno la vergogna di essere seducente. Ha iniziato così ad ingrassare.

Domanda – Per gli adolescenti maschi?

Willy Pasini – Ci sono altri criteri, come per esempio la muscolatura. Le pubertà ritardate di due anni rispetto alla media, hanno delle forti valenze psicologiche di bassa autostima.

Domanda – Abbiamo parlato dei problemi dell’autostima negli adolescenti. E per quanto riguarda i bambini?

Willy Pasini – I genitori devono dare uno spazio al bambino. A questo proposito ho raccontato la storia di una ragazza che diceva: “abbiamo cambiato casa tre volte durante la mia infanzia e non mi hanno chiesto mai niente. Mi spostavano come una valigia”. E da lì lei ha avvertito una cattiva autostima: “Non valgo molto”.

Domanda – Le radici dell’autostima non sono di valutazione razionale, sono di natura psicologica. Quali sono questi supporti psicologici che possono aiutarci a trovare la strada giusta?

Willy Pasini – L’autostima è qualcosa che si deve costruire, non è un dono dal cielo. Non c’è un gene dell’autostima. L’autostima si ottiene dal rapporto con la famiglia, poi con la scuola. Chi ha avuto, durante il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, un nucleo duro di autostima in famiglia, sopporta meglio in seguito le situazioni di difficoltà riguardanti il lavoro, il denaro, l’amore. Per chi ne è sprovvisto, questi eventi creano degli impatti troppo forti.

Domanda – L’autostima in relazione ai sensi di colpa?

Willy Pasini – L’autostima buona è liberata dai sensi di colpa. Se una persona è arrabbiata verso sua sorella, poi ha il senso di colpa per questa rabbia, perché dice: “ma io sono un mostro”. Quindi, non può avere una buona autostima di sé.

Domanda – L’umiltà è contrapposta all’autostima o ci convive, almeno nel non considerare gli altri alla stregua?

Willy Pasini – Alberoni cita l’umiltà separata dalla modestia, e dice che dobbiamo essere modesti ma mai umili. L’umiltà è sottorappresentarsi rispetto agli altri.

Domanda – Chi sono le “dinosaure in amore”?

Willy Pasini – Sono le donne che vivono la rottura di un rapporto amoroso in maniera incompatibile. Si comportano come dei dinosauri, perché continuano ad avere lo stesso legame e non rompono definitivamente, anche quando l’altro ha rotto. Quindi sono le persone che avvertono questo senso dell’abbandono, del distacco, per quello che è stato il grande amore. Hanno concentrato tutte sé stesse sull’uomo, che, quando va via, porta via tutte le loro energie.

Domanda – Invece le camalefanti?

Willy Pasini – Diffondono le loro energie per usarle nelle loro cose.

Domanda – Facendo un passo indietro, lei parla dell’importanza nel bambino maschio di relazionarsi alle figure maschili, che però mancano, in quanto il padre è assente. Ci spiega meglio questo passaggio?

Willy Pasini – L’uomo italiano è scappato di casa: non c’è più l’uomo che fa da guida come insegnamento in casa, ma solo come uomo che rappresenta la legge. E così: “alle dodici e mezza si va a tavola!” e il figlio “ma perché alle dodici e mezza?”. E lui: “È perché lo dico io!”. La legge la interpreta, però non ha più il ruolo di guida.

Domanda – E come si può colmare questo vuoto?

Willy Pasini – Nel gruppo. Poi gli altri hanno l’allenatore, altri il maestro di scuola, anche se in Italia non ci sono maestri uomini sufficienti nelle scuole elementari. E questa è una delle ragioni del bullismo. I maschi, che a casa non hanno il padre e a scuola non hanno il maestro, sono circondati da una miriade di donne che nelle loro fantasie diventano streghe. Questa è la causa del bullismo. Il bullismo è un’agitazione in classe ed è una conseguenza di questo non confronto col maschio.

Domanda – Lei cosa suggerisce?

Willy Pasini – Aumentare gli stipendi dei professori, in modo che ci siano più uomini. Ci sono delle donne che aspettano solo di sposarsi e fanno le maestre (anche se ci sono quelle che lo fanno per vocazione). Però molte sono lì perché c’è uno stipendio basso ed è un ambiente senza la competizione con gli uomini. È una legge naturale del lavoro: nei posti con meno stipendio, la competizione è minore.

Domanda – L’autonomia del sé è una componente o una fase evolutiva dell’autonomia della persona?

Willy Pasini – L’autonomia è un concetto più vasto dell’autonoma del sé. Uno che ha autostima di sé, è sicuro di sé e quindi si può anche interessare agli altri. Mentre il narciso è preoccupato di sé, perché ha dei dubbi nel suo sé e quindi risulta antipatico.

Domanda – Infine, c’è un nesso tra bassa autostima e aggressività?

Willy Pasini – L’aggressività può essere intesa sia come grinta che come sadismo. La grinta è l’aggressività positiva e fa parte di chi ha una grossa autostima, vale a dire, di chi ha depurato la sua aggressività animalesca e la usa senza sensi di colpa. La grinta li porta ad emergere nel lavoro e nel sedurre le donne.
Il sadismo fa male a chi lo fa e a chi lo subisce.


(Articolo di Caterina Aletti e Giulio De Angelis, pubblicato su Orizzonti n.17, set-ott. 2001)


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