| LA POESIA SCORRE SUI BINARI DELLA VITA
Angelo Eterno: «Già appena nati riescono a metterci dentro un binario con le solite convenzioni sociali, dove sta allora l’abilità? Arrivare alla leva dello scambio, impugnarla con il coraggio a due mani e tirare cambiando semplicemente direzione, questa è la vera scommessa del vivere».
Sdraiato languidamente su un binario con in testa un cappello da giramondo e lo sguardo rivolto verso l’arcana campagna degli amati e mitici Iblei, Angelo Eterno sta così sulla copertina della sua opera prima. “Vita nel binario” è stata presentata al pubblico vittoriese martedì scorso nello spazio espositivo dell’Antica Centrale elettrica durante il contest poetico organizzato dal circolo Fotografico Asa 25 che, attualmente, è in mostra con i propri scatti a Sala Mazzone.
«“Vita nel binario” - spiega il poeta ragusano d’origine e romano d’adozione - vuole essere quasi una provocazione rispetto a quanto stiamo vivendo nella società di oggi. Dall’altra parte già appena nati riescono a metterci dentro un binario con le solite convenzioni sociali, dove sta allora l’abilità? Allora arrivare alla leva dello scambio, impugnarla con il coraggio a due mani e tirare cambiando semplicemente direzione, questa è la vera scommessa del vivere».
Eppure al mitico e antico treno, capace di evocare mondi lontani di altre storie interiori, Angelo Eterno preferisce il più suo arcano progenitore.
«Un treno? - dice - Senz’altro, no grazie. Piuttosto preferisco essere una littorina a gasolio, inarrestabile, tappa dopo tappa lentamente, osservando e godendo di tutto il panorama possibile». Un oceano di sentimenti, emozioni, memorie diventati materia poetica.
“Angelo Eterno sonda il suo animo, le sue inquietudini, le sue paure, quelle più nascoste e le offre al lettore. Strofe essenziali in cui presente e passato diventano un tutt’uno, legati a filo doppio, riportando a galla situazioni, persone ed emozioni attraverso i quali l’autore mostra con tenerezza la realtà che vive e vede scivolare davanti a sé. Sono poesie che esprimono sentimenti allo stato puro lasciando trapelare, con semplicità, l’interiorità di un animo complesso” spiega ad introduzione Claudio Pennacchio prima di recitare alcune delle 37 poesie raccolte in “Vita nel binario”. Uno straordinario ed emozionante “viaggio” dove arte e vita coincidono continuamente perché non esiste più bella avventura umana che non sia la vita stessa.
«Credo sempre - dice il poeta ibleo - di non essere mai partito o per lo meno di aver mosso solo il primo passo con la faccia di chi si guarda intorno chiedendosi “adesso che succederà?”. Stesso autentico modo di pensare che adottano i bambini quando iniziano a camminare, un passo dopo l’altro bramosi di conquistare con la propria tenacia la piena libertà nel poter andare da soli, certo di cadute se ne fanno tante, ma come loro, sempre in piedi pronti al prossimo passo verso la corsa spensierata. In quel “cu nesci, arrinesci” ripetuto da mia nonna tutte le volte che le raccontavo di qualche piccola vittoria in ambito artistico e non su terra “Continentale”, sta racchiusa tutta la forza di cui mi sono nutrito nei momenti più difficili facendone tesoro. In quanto alle delusioni non credo di averne, la mia terra mi ha dato tanto e continua a darmi tanto, anche sul fatto di essermi spinto verso “lidi” migliori, non la vedo come una cosa negativa ma come una marcia in più che altri non hanno».
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