| «Squassate dalla tempesta / cercano / le nuvole / la quiete / del sole».
Dopo la tempesta, ecco replicato e spiegato il mistero che vediamo celebrarsi lassù, in quei cumuli scoraggianti, che il sole ci restituisce vestiti dei suoi colori e calori. La poesia fa chiarezza, aiuta a comprendere, come infermiera al soccorso.
E bene si intende di soccorso l’autrice di questi versi, Antonella Tissot, docente di psicologia alla Statale di Milano, appassionata di arpa celtica, nota per racconti e poesie (“Viaggio con sosta” si intitola questa raccolta poetica di 91
pagine, Aletti Editore, Villalba di Guidonia, Rm, 13 euro).
Destinatari primi: i suoi pazienti, che «mi hanno aiutata a riflettere sul senso del limite, sull’umana cattiveria così come potenzialità di amore, di ascolto e di condivisione». Queste pagine ora le procurano altri pazienti: noi lettori, con problemi e difficoltà; fiori che per sbocciare hanno bisogno di un “giardiniere dell’anima” che li conduca dallo sconcerto alla comprensione, dal “rumore del dolore” al “silenzio del perdono”.
Lei conosce le parole che tirano su spiegando, non già illudendo; e i colori che si nascondono anche nella più scura delle nuvole, aspettando che il sole faccia un segno.
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