| Nella Vienna degli Asburgo, fatta di balli a corte e duelli in difesa dell’onore, irrompe all’improvviso lo Scià di Persia ammalato di noia.
Al ballo offerto dall’imperatore d’Austria, lo Scià dimentica le 365 donne del suo fornitissimo harem e concupisce una contessina dai capelli biondi e gli occhi di miosotis: in lei vede la novità, le spalle nude, il volto scoperto. In lei vede – e vuole – l’Europa.
Comincia così la milleduesima notte delle favole di Sherazade, ma questa è reale. E prosegue con una diplomatica sostituzione di persona: perché l’ospite orientale abbia ciò che vuole, alla luce dei candelabri, ma a darglielo sarà una popolana qualunque di nome Mitzi.
Ma quella notte cambierà per sempre la vita di Mitzi, baciata dalla ricchezza ma non dalla capacità di gestirla, e del barone Taittinger che appare fatuo e superficiale ma è solo sprovveduto. Alla fine dei giochi, spietati quanto la vita, a rimanere intatta sarà solo la collana di perle dono di una notte in cui, fatalmente, l’illusione si trasformò in delusione.
(Dalla rubrica “In Libreria”, a cura di Federica Fantozzi, Orizzonti n. 9, marzo-aprile 1999)
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