| Sara Centenaro è un giovane Medico Veterinario che alle sue due passioni, Medicina Veterinarie e letteratura, nel 2010 affianca l'indimenticabile amore per il teatro, entrando nella compagnia teatrale “Arlecchino” di Padova.
Inizia a scrivere poesie da bambina, già pubblicate in Mangiatore di pietra (ed.2010, SBC) e Crisalidi frammenti (ed.2011, Aletti) e nel 2012 uscirà probabilmente con una nuova silloge poetica.
Ha partecipato al premio Barbatella nel 2008, nella sezione “Poesia Master”, ricevendo il secondo premio e nel 2010 ha vinto il primo premio al concorso “II Bene Comune” di Santa Giustina in Colle, suo comune di residenza. Nel 2011 riceve il terzo premio per libro edito al concorso di Poesia e Narrativa "Val di Magra R. Micheloni" con il libro “Mangiatore di Pietra”.
Nella vita quotidiana Sara è un medico veterinario che cura i piccoli animali in ambulatorio e partecipa alla gestione della sicurezza alimentare lavorando come dipendente per un'azienda che produce mangimi per la zootecnia. Abbiamo incontrato l'autrice per approfondire il lato letterario della scienza.
“Scrivere è per me l’espressione prima del circo sgargiante dei miei mondi emotivo e mentale a volte in sonoro e roboante conflitto tra loro quasi in un bisticcio di clowns, a volte armonici ed aerei come trapezisti vestiti di leggerezza”. Questo è ciò che descrivi come spirito che ti spinge alla scrittura, e magari qualche lettore avrà pensato: un veterinario che scrive poesie, che “roboante conflitto”! Letteratura e scienze sono veramente due mondi estranei?
Spesso le scienze sono viste come un'arida e poco allettante distesa di numeri, formule, reazioni astruse, in realtà tutti i comparti scientifici possiedono un fascino quasi romantico. D'altro canto la letteratura ed in particolare la poesia sono state per anni sotto l'egida ferrea di una metrica matematica ed intransigente.
Nella mia vita non riesco a vedere, apprezzare o sentire una distinzione tra le due “nature”, credo che le anime razionale ed emotiva in realtà si sposino con una facilità disarmante. Ognuno dei due aspetti si integra ed anzi permette all'altro di crescere. Dividere tutto a comparti stagni limita l'espressione della propria libertà, castra le propulsioni e le intuizioni che sono spesso alla base di scelte o scoperte importanti.
La curiosità umana è fatta per esprimersi trasversalmente e tridimensionalmente.
La passione che provo quando scrivo è la medesima che avverto quando intervengo in favore di un animale, quando mi commuovo di fronte un'opera d'arte, quando leggo un bel libro, quando preparo una torta o quando mi fermo a guardare un tramonto. Se dovessi chirurgicamente sezionare le parti scientifiche da quelle letterarie mi troverei in forte difficoltà perché ciascuna è linfa dell'altra ed entrambe compongono i miei tessuti.
Nei tuoi versi si percepisce la passione, il dolore, la gioia di una vita che è piena di tratteggi,di personaggi e stati d’animo. La stessa passione che come medico veterinario porti nella cura degli animali. Come cambia l’espressione poetica che tratteggia e descrive l’uomo e il mondo animale?
Gli animali fanno ampiamente parte della mia produzione letteraria, soprattutto i gatti. Diciamo che i compagni a quattro zampe sono imprescindibili dalla mia vita. Ho avuto la fortuna di avere un Padre che mi ha insegnato non solo a rispettare la Natura, ma soprattutto ad apprezzarne le differenze rispetto al mondo umano.
Non mi riferisco alle frasi abusate sulla "umanità" animale e la "ferinità" umana, ma ad una valutazione più istintiva e profonda del concetto di Animale, se così mi è permesso definirla. Quando descrivo un Animale o quando ne ho a che fare cerco di guardarlo per la dignità e le caratteristiche intrinseche che lo caratterizzano senza sfociare nel facile tranello dell'umanizzazione che, a mio avviso, appiattirebbe degli esseri di per sè complicati, affascinanti e meravigliosamente unici.
Qual è il consiglio che ti senti di dare a chi ha una laurea scientifica ma vuole intraprendere la carriera nella scrittura?
È una domanda un po' difficile perché in realtà non ho pubblicato i miei libri al fine di intraprendere una carriera letteraria. Io ho sempre scritto per me, per piacere personale e per un insito bisogno. Sarebbe per me alienante non poter scrivere, non poter riportare i miei stati d'animo su un foglio. A prescindere dalla carriera che uno voglia intraprendere, se scrivere, non è importante se siano poesie o racconti, è un ingrediente fondamentale dell'anima e dello spirito della persona, ciò che posso suggerire è di coltivare questo Amore e di non metterlo al mero ed unico servizio delle proprie finanze.
Il panorama letterario italiano apparentemente sembra sterile e annoiato, ma avverto una, prima strisciante, ora più concreta richiesta da parte del pubblico di leggere e di leggere “bene”.
Il tuo nuovo lavoro sarà in libreria a breve. Puoi raccontarcelo in anteprima?
Il mio nuovo progetto è “Under construction” e richiederà ancora lavoro. Per ora sono state trascritte più di un centinaio di poesie, ma ne rimane una grossa fetta da trasferire su formato informatico. Ebbene sì, sono un'inguaribile romantica affezionata alla penna ed alla carta, scrivere di primo acchito una poesia al computer mi sembra sminuente e mi è innaturale.
La linea poetica si sta rapidamente evolvendo e chi ha già letto alcuni brani, apprezza il modo più maturo e consapevole di guardare alla vita, alle persone, agli amori ed alle disillusioni. Io continuo ad essere un nottambulo poeta che si diverte a sbirciare dalla serratura del mondo e sono orgogliosa e felice di scoprire crescere ogni volta la meraviglia, la sorpresa della scoperta di una nuova sfumatura dell'esistenza.
Se dovessi definire il filo conduttore di quest'opera in un'unica parola userei rinascita.
Per quanto riguarda gli argomenti, sono gli stessi che hanno costellato e caratterizzato le mie altre opere, le emozioni, i sentimenti, la vita stessa con i suoi gusti e le sue consistenze.
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