| “Biagioni Lagacci!” urlava il capotreno, scendendo al volo con invidiata abilità mentre ancora si udiva lo stridio dei freni, tirati con forza dal macchinista per arrestarsi con assoluta precisione tra una galleria e l’altra.
La stazione ha rappresentato molto per Biagioni dal dopoguerra fino agli anni ’70: è stata il collegamento con il mondo: …Bologna, Firenze…
Per me ha avuto ancora più valore, l’ho sentita quasi mia, mio padre era capostazione. Oggi tutti hanno la macchina, ma il treno ha ancora il suo fascino, chiedetelo a un bambino.
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Marco Biggio nasce a La Spezia, nel febbraio del 1954, nel quartiere del Canaletto, a due passi dal mare. Sin dai primi anni di età trascorre le sue vacanze estive nella frazione di Biagioni, comune di Granaglione (BO), nella casa del nonno materno: l'ultima in fondo alla valle, vicino al fiume Reno.
Gli anni dell'infanzia sono determinanti per le affascinanti atmosfere e per i giochi di tutto un gruppo di ragazzi che si ritrovavano tutte le estati lì dalle principali città del nord e del centro Italia.
I racconti della vita dei carbonari ed alcuni episodi drammatici dell'ultima guerra, ascoltati dai testimoni diretti, colpiscono molto la sua fantasia di bambino. Realizza, così, questo piccolo racconto di formazione.
Compie con profitto gli studi superiori al Liceo Classico “Lorenzo Costa” della Spezia. Si laurea all'Università di Pisa nella facoltà di Medicina e Chirurgia e qui si specializza in Radiodiagnostica.
Attualmente è Dirigente Medico nel reparto di Radiologia ed Ecografia dell'Ospedale della Spezia.
Coltiva con passione sin dalla giovinezza l'interesse verso la musica: ha composto numerosi brani, alcuni dei quali apprezzati in concorsi e manifestazioni locali.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.60 €12,00
ISBN 978-88-6498-975-4
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