| Chiunque, se volesse, potrebbe fotografare persone, animali e cose e portarsene dietro il ricordo per sempre, come fossero vivi, eterni addirittura. Non è la stessa cosa per le emozioni, per i sentimenti, per le passioni, per le gioie e per le delusioni, per i piccoli e per i grandi eventi della vita quotidiana, soprattutto quelli impropriamente considerati più comuni, quelli che si dimenticano prima perché non sono materializzabili in immagini, perché sono fatti di pensieri, sono invisibili come l’anima, sono spirito. Il fatto di non potere ricordare tutto della propria vita – se non nella mente dentro la quale, col passare delle stagioni, le cose prima si mescolano, poi, silenziosamente, si indeboliscono, infine si perdono – mi ha sempre un po’ angosciato.
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Antonio Pellegrino, docente di lettere, professore di storia e filosofia, è nato e vive ad Amorosi (Bn), piccolo paese sannita della Valle Telesina. È autore delle seguenti opere: L’ultimo rito, 1995; Frammenti, 2003; Le parole del silenzio, 2004; Archeologie di immagini, 2006; L’Orizzonte: periodico d’Istituto, 2006; Coriandoli di immagini, 2008; Una vita in otto racconti, 2009; Itinerario verso l’io, Albatros, Roma, 2010 - opera per la quale ha ricevuto l’attestato di merito artistico in occasione della sua partecipazione alla Terza Edizione del Premio Made in Italy di S.Agata de’ Goti (Bn) e il Diploma di merito del Premio nazionale di poesia e narrativa “Albero Andronico” 2011.
Nel 2011 ha pubblicato, con Albatros, la silloge Immacolata Solitudine.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.160 €14,00
ISBN 978-88-6498-972-3
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