| Gragnaniello è un artista che, attraverso la sua musica e la poesia dei suoi testi, riesce a far nascere grandi emozioni nel pubblico che lo ascolta. Tra le canzoni che ha scritto ricordiamo “Smog” e “Stress”, “Mondi Blu”, “Strade che non si inventeranno mai”, “Cercando il sole”, “Cu ‘mme (grande successo di qualche anno fa, scritto per Mia Martina e Roberto Murolo) ed i brani vocali del suo ultimo lavoro discografico “Neapolis Mantra”, un’opera attraverso la quale l’artista vuole comunicare qualcosa d’inesprimibile, qualcosa che risiede nella parte più recondita dell’anima. Uno dei principali pregi di questo cantautore, infatti, è la grande capacità di saper molto ben fondere musica, poesia e spiritualità.
Ultimamente ha partecipato al 49° festival di Sanremo con la sua canzone “Alberi”, che ha cantato insieme ad Ornella Vanoni, riscuotendo numerosi consensi dal pubblico del teatro Ariston e televisivo.
Attualmente è impegnato nella promozione del suo nuovo album “Oltre gli alberi” e nel tour Clamor et Gaudium “Soffi di musica sulle sponde dell’anima”, organizzato in occasione del prossimo Giubileo. Questa tournée porterà Gragnaniello ad esibirsi in diverse cattedrali d’Europa.
Domanda – Attraverso le sue canzoni, Enzo Gragnaniello cosa vuole fare conoscere al pubblico?
Gragnaniello – Mah, voglio comunicare quello che provo dentro di me. Sicuramente un mondo interiore, un mondo ancora da esplorare, perché se tu vuoi dare delle emozioni devi scendere prima dentro di te.
Domanda – La tua musica è ricca di ritmi e suoni mediterranei, c’è un motivo particolare per cui fai questo genere?
Gragnaniello – Beh, io sono nato ai quartieri Spagnoli, insomma, sono napoletano. Napoli, storicamente la conosciamo, è una città che ha ospitato molte etnie che hanno lasciato tante cose, tra cui molti ritmi, tanti suoni e automaticamente la musica nostra è questa. Non voglio fare una musica mediterranea, è che mi viene naturale; è come se ci si chiedesse perché da un albero di pere non nascano mele. Specialmente per me che vivo con grande semplicità, nel senso che credo molto nella spontaneità, perché tutto quello che noi facciamo già lo abbiamo dentro, non va forzato niente. E allora io la musica la faccio senza sformarmi troppo.
Domanda – Enzo, per te cos’è la musica?
Gragnaniello – Per me la musica viene da qualcosa di sacro, la musica vera e propria. La musica è una energia, è qualcosa che va rispettato perché viene dal profondo dell’anima. Io ho capito questo e la rispetto; ed ho capito anche che il canto è preghiera, è qualcosa di evocativo.
Con la musica si comunicano cose che non potremmo mai capire diversamente; la musica vuole comunicare all’anima, al cuore. È sempre esistita e nell’universo ogni pianeta, ogni piccola parte di un pianeta ha un proprio suono, tutto si può esprimere con la musica.
Domanda – Hai affermato che il canto è preghiera; ma a chi precisamente rivolgi questa preghiera e per quali motivi?
Gragnaniello – A qualcosa di superiore, ad una vibrazione alta, niente di specifico comunque. Prego qualcosa di divino, di pulito, qualcosa di sacro, una divinità dell’universo e tutto ciò che ci circonda, insomma. Per quanto riguarda poi il motivo per cui prego… beh, prego per ricevere e dare energia, vibrazioni positive.
Domanda – Di che tipo di atmosfera hai bisogno per meglio esprimerti musicalmente, per avere questa energia di cui parli?
Gragnaniello – Ho bisogno di essere in un luogo silenzioso, un luogo che ha qualcosa di magico, di esoterico: ad esempio, un bosco, o un luogo dove intorno a me ci sono delle pietre antiche che hanno comunque una storia, che hanno dentro qualcosa da raccontare; un luogo proprio come la torre del Maschio Angioino di Napoli, dove ho registrato Neapolis Mantra. L’atmosfera che c’è in questi posti mi dà la possibilità di concentrarmi meglio. Per me è sicuramente meno idonea una sala di registrazione, piena di macchinari, luci, gente che va e viene. La sala di registrazione è un ambiente più freddo, insomma.
Domanda – Come è il tuo rapporto con la natura?
Gragnaniello – Mah, guarda la terra, si esprime in tanti modi: vedi quanti fiori e alberi diversi, insetti, vedi quante cose sono diverse.
Beh, io faccio parte di tutto q uesto, cerco di rispettare tutto perché sono cose che vivono intorno a me ed io sono indispensabile come è indispensabile, ad esempio, una formica.
(Articolo di Mimmo Scialla, pubblicato su Orizzonti n. 9, mar-apr 1999)
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