| L’ormai famigerato test che va sotto il nome di “questionario di Proust”, si presenta sotto forma di domande cui il soggetto che lo compila deve fornire risposte lapidarie sul proprio carattere e le proprie opinioni. Potrebbe essere definito un piacevole gioco attraverso cui vengono messi in evidenza alcuni tratti della personalità, e proprio per questo è diventato un punto di riferimento per i test successivi; è stato oltre modo utilizzato, anche riveduto, ampliato o ridotto. Anche nei numeri precedenti di “Orizzonti” è stato adottato, in una versione ridotta, per sottoporlo ad alcuni artisti. Ma qual è la storia di questo test?
A quanto pare, così come ci dice Gabriella Alù dal sito www.marcelproust.it da lei stessa realizzato, Antoinette Faure, figlia del futuro presidente della Repubblica francese, chiese un giorno a Marcel Proust, suo amico di giochi e coetaneo, di rispondere alle domande di un album inglese.
Proust aveva allora, si suppone, circa tredici o quattordici anni. L’album, il cui titolo era “Confessions. An album to Record Thoughts, Feelings & c.” fu trovato da André Berge, uno dei figli di Antoinette Faure, che nel 1924 pubblicò per la prima volta le pagine compilate da Proust.
Anni dopo, sembra a vent’anni circa, in cima alla pagina, scrisse di suo pugno: “Marcel Proust par lui-même”. Cosa ha risposto lo scrittore de la «Recherche»?
Di seguito potrete leggere le risposte di Proust ai due questionari tratti dal volume “Scritti mondani e letterari di Proust”, edizione Einaudi, a cura di Mariolina Dongiovanni Bertini, che ne ha curato anche la traduzione.
LE RISPOSTE DI MARCEL PROUST AL SECONDO QUESTIONARIO (1892)
Il tratto principale del mio carattere.
«Il bisogno di essere amato, e, più precisamente, il bisogno di essere vezzeggiato e viziato ben più che di essere ammirato».
La qualità che desidero in un uomo.
«Qualche tratto di fascino femminile».
La qualità che preferisco in una donna.
«Qualche virtù da uomo e la franchezza nel cameratismo».
Quel che apprezzo di più nei miei amici.
«Che siano teneri verso di me, se la loro persona è abbastanza delicata da attribuire un gran valore alla loro tenerezza».
Il mio sogno di felicità.
«Ho paura che non sia abbastanza elevato, e ho paura di distruggerlo dicendolo».
Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia.
«Non aver conosciuto né mia madre né mia nonna».
Quel che vorrei essere.
«Me stesso, quale vorrebbero le persone che ammiro».
Il paese dove vorrei vivere.
«Quello in cui certe cose che vorrei si realizzassero come per incanto e in cui la tenerezza fosse sempre corrisposta».
Il colore che preferisco.
«La bellezza non è nei colori ma nella loro armonia».
Il fiore che amo.
«Il suo - e, poi, tutti gli altri».
L'uccello che preferisco.
«La rondine».
I miei autori preferiti in prosa.
«Oggi Anatole France e Pierre Loti».
I miei poeti preferiti.
«Baudelaire ed Alfred de Vigny».
I miei eroi nella finzione.
«Amleto».
Le mie eroine preferite nella finzione.
«Bérénice».
I miei compositori preferiti.
«Beethoven, Wagner, Schumann».
I miei pittori preferiti.
«Leonardo da Vinci, Rembrandt».
I miei eroi nella vita reale.
«Darlu, Boutroux».
Le mie eroine nella storia.
«Cleopatra».
I miei nomi preferiti.
«Ne ho uno solo per volta».
Quel che detesto più di tutto.
«Quel che c'è di male in me».
I personaggi storici che disprezzo di più.
«Non sono abbastanza istruito».
L'impresa militare che ammiro di più.
«Il mio volontariato!».
La riforma che apprezzo di più.
(Non c'è risposta)
Il dono di natura che vorrei avere.
«La volontà, qualche seduzione».
Come vorrei morire.
«Migliore - e amato».
Stato attuale del mio animo.
«Il fastidio di aver pensato a me per rispondere a tutte queste domande».
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza.
«Quelle che comprendo».
Il mio motto.
«Avrei troppa paura che mi portasse sfortuna».
***
LE RISPOSTE DI MARCEL PROUST DALL’ALBUM DI ANTOINETTE FAURE (1886)
Your favourite virtue.
«Tutte quelle che non appartengono in particolare ad una setta, quelle universali».
Your favourite qualities in a man.
«L'intelligenza, il senso morale».
Your favourite qualities in a woman.
«La dolcezza, la spontaneità, l'intelligenza».
Your favourite occupation.
«La lettura, la fantasticheria, i versi, la storia, il teatro».
Your favourite colour and flower.
«Mi piacciono tutti e, quanto ai fiori, non lo so».
If not yourself, who would you be?
«Non dovendomi porre il problema, preferisco non risolverlo. Però mi sarebbe piaciuto molto essere Plinio il Giovane».
Where you would you like to live?
«Nel paese dell'ideale, o meglio, del mio ideale».
Yours favourite prose authors.
«George Sand, Aug. Thierry».
Your favourite painters and composers.
«Meissonnier, Mozart, Gounod».
Your favourite heroes in real life.
«Una via di mezzo tra Socrate, Pericle, Maometto, Musset, Plinio il Giovane, Aug. Thierry».
Your favourite heroines in real life.
«Una donna di genio che conduca l'esistenza di una donna comune».
Your favourite heroes in fiction.
«Gli eroi romanzeschi, poetici, quelli che sono più un ideale che un modello».
Your favourite heroines in fiction.
«Quelle che sono più che donne senza uscire dal loro sesso, tutto quello che è tenero, poetico, puro, bello in tutti i generi».
Your favourite food and drink.
(Non c'è risposta)
Your favourite names.
(Non c'è risposta)
Your pet avversion.
«Le persone che non hanno il senso del bene, che ignorano le dolcezze dell'affetto».
What characters in History do you most dislike.
(Non c'è risposta)
What is your present state of mind.
(Non c'è risposta)
For what fault have you most toleration?
«Per la vita privata dei geni».
Your favourite motto.
«Uno che non si può riassumere perché la sua più semplice espressione è quel che c'è di bello, di buono, di grande nella natura».
(Articolo a cura della redazione, pubblicato su Orizzonti n. 32, nov.- feb. 2008)
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