| La cantante di Monfalcone, internazionalmente nota per la sua musica a carattere anglosassone con testi in lingua inglese, ci parla della sua partecipazione a Sanremo e della sua scelta di cantare in italiano.
Timida, con l’aria di una bambina insicura, che ha sempre il timore di dire qualcosa di sbagliato (questa sua eccessiva riservatezza l’aveva spinta alla decisione di abbandonare la musica, poi fortunatamente accantonata), Elisa è la prima artista, tra quelli che hanno partecipato al Festival di Sanremo, che incontriamo (un’analoga coincidenza si è verificata lo scorso anno con gli Avion Travel vincitori della passata edizione), ancora ignara che sarà lei la vincitrice di questa cinquantunesima edizione.
Conosciuta da quattro anni per le sue canzoni tutte composte in lingua inglese (ha esordito nel 1997 con «Pipes & Flowers», con cui raggiunse subito il doppio disco di platino, a cui si è aggiunto nel ’99 il secondo album «Asile», in occasione del quale ha lavorato anche a Londra con il produttore degli U2, Howie B), la ventitreenne di Monfalcone si è esibita, in questa circostanza, per la prima volta con una canzone italiana.
Domanda – Elisa, ci comunichi qualche tua impressione su questa cinquantunesima edizione di Sanremo?
Elisa – «Prima di venire qui non sapevo sinceramente come funzionasse il festival, lo avevo visto qualche volta in televisione. Sono stata qui solo una volta, per ritirare il premio Tenco, ho cantato una mia canzone e poi sono andata subito via».
Domanda – Ci parli della canzone che presenti?
Elisa – « “Luce (tramonti a nord-est)”, la canzone che presento a questo festival, scritta insieme a Zucchero Fornaciari, è una canzone autobiografica, che parla del problema della comunicazione tra uomo e donna. È la storia di una donna che chiede al suo uomo di comunicare, di parlare con sincerità, senza alcuna barriera. Prima d’ora non avevo mai scritto una canzone d’amore, ma la spinta mi è venuta da una mia storia sentimentale finita due anni fa, dopo un periodo di convivenza, che ha fatto emergere ancor più le incomprensioni
Ci tengo molto a cantarla nella mia lingua, in italiano, perché vorrei che il testo e il messaggio si capissero parola per parola e arrivassero in modo più diretto al mio pubblico, e mi rendo conto che cantare nella mia lingua è più viscerale».
Domanda – Se l’italiano è più diretto perché hai sempre preferito cantare in inglese?
Elisa – «L’inglese è una lingua più musicale, ma anche molto più facile: io l’ho imparata subito attraverso le canzoni (soprattutto di Jim Morrsison). Per questo motivo preferisco scrivere in inglese e non in italiano, che è molto più complesso. Anche a scuola ho avuto problemi con l’italiano!».
Domanda – Come sei riuscita a superare questa difficoltà con «Luce (tramonti a nord-est)», di cui tu hai scritto il testo?
Elisa – «Anche questa canzone inizialmente era stata scritta in inglese. Solo successivamente l’ho tradotta in italiano, facendomi aiutare da mia madre».
Domanda – Anche il video di «Luce» rispecchierà questi cambiamenti oppure si rifarà allo stile decisamente non italiano del tuo ultimo video «Asile’s Word»?
Elisa – «Luca Guadagnino, lo stesso regista di “Asile’s Word”, girerà anche il video di “Luce”. È incentrato sulla lotta fra due persone, io e un attore, è abbastanza pieno di colpi di scena».
Domanda – C’è qui qualche artista con il quale ti sente più in competizione?
Elisa – «No, assolutamente. Non mi interessa la competizione, sono qui per cantare e presentare una canzone a cui tengo tanto e credo che il Festival di Sanremo sia un’ottima occasione. In quei cinque minuti in cui mi esibisco ho la possibilità di far conoscere la mia canzone a milioni di telespettatori. È un’occasione unica!».
Domanda – Tu che sei così riservata, come ti trovi a Sanremo dove sei costretta a saltare in continuazione da una conferenza stampa all’altra?
Elisa – «Credevo che avrei affrontato una situazione molto più pesante, ma per il momento sto incontrando solo gli aspetti positivi, mi sto divertendo molto. Anche il fatto di arrivare stanca alla sera non mi dispiace e quando vado a letto mi sento soddisfatta».
Domanda – Dopo Sanremo cosa ti aspetta?
Elisa – «Vorrei registrare un altro disco entro la fine di quest’anno, vorrei organizzare un tour e viaggiare tanto».
Domanda – Ci puoi anticipare qualcosa circa il disco di cui parli?
Elisa – «È ancora prematuro, ho solo qualche idea che mi porterà presto ad iniziare una prima fase compositiva, però sarà sicuramente in linea con il mio modo di fare musica e con la canzone portata qui a Sanremo».
Domanda – Quindi, anche in linea con la scelta di continuare a comporre in italiano?
Elisa – «Sinceramente ancora non lo so».
(Articolo di Mimmo Scialla, pubblicato su Orizzonti n. 15, giu- sett. 2001)
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