| Arrivando da una piccola città di provincia mi aspettavo un impatto con la metropoli, se non violento, deciso. Invece vivere a Sydney è piuttosto facile.
Nonostante i 4 milioni abbondanti di residenti, si ha la sensazione di vivere in una città fatta di tanti paesi, ognuno con la sua specifica caratteristica culturale, tradizione.
La stessa municipalità di Sydney accompagna gli onnipresenti cartelli a vela che pubblicizzano, di volta in volta, i vari eventi della Città, con lo slogan “City of Villages”.
Ogni suburb ha una connotazione precisa rispetto agli altri e per alcuni assolutamente unica. Si va da Kings Cross, il distretto a luci rosse, a Chinatown passando per la zona chic di Paddington fino agli affari del Cbd, il cuore finanziario della City.
Questo ritrovare atmosfere diverse, girando per Sydney nei diversi sobborghi, ha un buon sapore di qualcosa di familiare e di conosciuto, sebbene sia del tutto nuovo e mai visto.
Probabilmente sono le numerose facce sorridenti della gente che si incontra camminando per strada, l’estrema cortesia dei commessi nei negozi o forse più semplicemente un insieme di queste cose, condito con un clima generalmente spettacolare, misto alla luce brillante del cielo e all’ aria dell’oceano, a far sentire tutti un po’ meglio.
La bellezza di Sydney è riconosciuta universalmente da alcune icone, l’Opera House, L’Harbour Bridge, lo Skyline sulla baia, le spiagge; tuttavia la parte fantastica di questa città si apprezza con il tempo vivendola non da turista, per chi ha la fortuna di starci per un po’, soprattutto nello svolgersi delle giornate qualsiasi e nelle abitudini. È il cosiddetto Lifestyle.
Tra queste cose uno spazio è senz’altro dedicato alla lettura. Passeggiando per le strade non ho potuto fare a meno di notare le numerose librerie - i bookseller o bookshop come li chiamano qui - alcune davvero enormi, solitamente incorporate nei grandi centri commerciali, ed altre con il fascino dei piccoli negozi, stipate di libri e spesso con un unico commesso a presidiare la cassa.
Avevo già visto tantissime persone con libri in mano, specialmente sui frequentatissimi mezzi pubblici, probabilmente per alleggerire il tempo del viaggio dovuto alle lunghe distanze, poi ho cominciato ad accorgermi che altrettante persone hanno l’abitudine di leggere sedute ai tavolini di caffè e ristoranti durante le pause della giornata, o più semplicemente sulle panchine di uno dei tantissimi parchi di Sydney.
Come usavo fare in Italia, sono entrato in molte librerie, curiosando un po’ tra gli scaffali per rendermi conto di quali fossero i libri proposti. Mi piace gironzolare tra i volumi, è un momento di relax e di stacco dalle attività della giornata, con in più la curiosità di capire che tipo di lettura interessa a questa parte del mondo.
Dalle classifiche di vendita risulta che 9 sui primi 10 libri venduti sono romanzi, alcuni di autori a me sconosciuti, altri invece pubblicati anche in Italia, come le serie di Stephenie Meyer e di Stieg Larsson.
Alcune librerie sono specializzate esclusivamente nella vendita di libri di seconda mano e questo forse indica che davvero a Sydney si legge parecchio. Qui è possibile rivendere al libraio i propri libri già letti e ottenere un buono per acquistarne dei nuovi. Altre librerie invece offrono sia volumi nuovi che usati. Una di queste in Oxford Street, la mia preferita, è la Berkelouw Books, di proprietà della famiglia da cui prende il nome, librai dal 1813, da ben sei generazioni. Occupa un bellissimo angolo della strada, tutto a vetrina ed è disposta su due piani. Al piano superiore c’è una bellissima caffetteria dove si può osservare la strada e leggere con assoluta calma l’acquisto appena fatto. È frequente a Sydney, e a quanto pare è un’ottima idea, quella di associare caffè e libri nello stesso negozio. Questa, come altre librerie, resta aperta fino a tarda notte, quando di media i negozi della città chiudono intorno alle 5 del pomeriggio, e la cosa bella per chi ama i libri è vedere clienti all’interno, anche negli orari più estremi.
In città esistono molti bookshop specializzati. Alcuni vendono solo libri per bambini, e qui non è possibile trovare altro se non quelli per under-14. Altri hanno solo titoli gay e lesbian. E poi esistono librerie con solo libri di cucina, con solo libri sull’arte e il design giapponese, e ancora la Libreria Femminista, ovviamente con titoli specifici sul femminismo e l’emancipazione della donna.
Oltre ai romanzi, sono molto proposti gli economici e tascabili arancioni Popular Penguin, con autori quali Gabriel Garcia Marquez, Nick Hornby, Truman Capote, Oscar Wilde, etc… e naturalmente trovano spazio anche libri sull’Australia.
Come tutte le nazioni giovani e senza una storia possente come quella europea, esistono libri che parlano del Paese e degli eroi locali in tutte le varianti e sfaccettature. Dalla partecipazione alla 2^ Guerra Mondiale, agli animali più velenosi del mondo (tutti residenti qui) fino ai bagnini di salvataggio di Bondi, tra gli scaffali si possono davvero fare scoperte incredibili e divertenti.
Poco spazio invece dedicato alla storia Aborigena, solo recentemente rivista e riabilitata con un processo forse lungo e tardivo. Di questo popolo antichissimo e devastato dalla civilizzazione, in Australia si preferisce parlare il meno possibile, con rare eccezioni di attivisti e sostenitori dell’integrazione.
Molto spazio invece a libri di derivazione televisiva, «instant-book» tratti dai programmi di maggiore successo, e ovviamente a quelli di eroi sportivi che qua vestono le eleganti divise del Cricket o quelle assolutamente variopinte delle squadre di Rugby.
Gli unici autori italiani che ho trovato di recente sono Severgnini e Saviano e, solo in una libreria, anche Camilleri, in vendita con le loro ultime opere tradotte.
Rispetto alle mie consuetudini italiane qui mi è molto più facile leggere, senza aspettare di essere seduto sul divano o nel letto prima di dormire. L’idea di poter leggere ovunque e in assoluta libertà è un’elemento radicato nelle abitudini locali e spesso salta fuori un libro nei momenti e nei luoghi più imprevisti.
Ancora oggi dopo quasi un anno a Sydney, la vista di qualcuno impegnato nella lettura e completamente assorto nella magia del libro mi strappa un sorriso e mi fa venire voglia di unirmi alla stessa attività. Poiché il costo dei libri è più che abbordabile, forse per effetto del cambio favorevole con l’euro, è piuttosto facile entrare in libreria e uscirne con qualche volume in mano. La sensazione della lettura imminente è molto piacevole e così basta guardarsi intorno e decidere dove si vuole sedersi per iniziare a godersi il libro appena comprato.
(Articolo di Paolo Trabatti, pubblicato su Orizzonti n. 35, lug-ott 2009)
Diventa nostro amico su facebook
www.facebook.com/rivistaorizzonti
Seguici su twitter
www.twitter.com/rorizzonti
|