| La giornalista-scrittrice Alessandra Appiano parla del libro “Le vie delle signore sono infinite”
Nel 2003 il suo primo romanzo «Amiche di salvataggio» si è aggiudicato il Premio Bancarella dopo dieci anni di predominio maschile: l’autrice è Alessandra Appiano, voce fresca della nuova narrativa femminile nonché giornalista del settimanale «Donna Moderna» dove tiene una rubrica che porta il titolo del bestseller che l’ha rivelata al grande pubblico. Ha pure scritto libri umoristici («La vita è mia e me la rovino io», «Sola», «Più malsani più brutti») e la raccolta di racconti «Capricci bestiali». Altri suoi romanzi come «Domani ti perdono» e «Scegli me» sono stati tradotti in Portogallo, Russia, Germania, Francia, Polonia e Lituania.
Il suo nuovo libro ha un titolo altisonante ed eloquente «Le vie delle signore sono infinite» (Sperling&Kupfer Editori).
«Le donne del mio libro sono inserite nella società – spiega Alessandra Appiano – e un po’ incasinate, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, nella difficile gestione di carriere, famiglie figli, mariti, separazioni».
DOMANDA - Chi sono le donne raccontate?
APPIANO - «Sono donne, apparentemente, molto diverse tra loro. C’è Mara, la classica “casalinga disperata”, che dopo una vita delicata al marito viene da lui tradita e in una palestra milanese all’ultima moda conosce Erminia, una cinquantenne carica di soldi ma anche di botulino e silicone, che però alla fine si rivela generosa, simpaticissima e coinvolge le altre in una serie di avventure. E poi Federica, una giornalista in crisi professionale e Veronica, un chirurgo».
DOMANDA - Oltre al periodo di crisi, quale elemento le accomuna?
APPIANO - «La crisi dipende anche dagli anni che passano e presumo che le donne normali si deprimano per questo. La comune condizione anagrafica è legata da un fil rouge rappresentato da un trattato post-femminista scritto da una saggista: le protagoniste, ognuna nella propria situazione, lo stanno leggendo».
DOMANDA - Quale elemento narrativo dà inizio alla storia?
APPIANO - «La piccolo-borghese Mara vive con molto dolore il tradimento del marito ingrato, visto che aveva scommesso sulla sua carriera sacrificando se stessa: scrive un racconto inventato e lo spedisce a “Gaia, la rivista della donna felice” e come premio si aggiudica l’iscrizione gratutita ad una palestra della Milano “bene”».
DOMANDA - E gli uomini che figura fanno?
APPIANO - «Non vengono descritti come esseri crudeli ma, in effetti, non ne escono benissimo. Le donne nei loro confronti risultano vincenti perché un domani li perdoneranno. A me preme tratteggiare una figura di donna che scommette su se stessa e ce la fa. Mara si riprende il suo uomo da vincente, “risolvendosi”. Una soluzione non è la vendetta».
DOMANDA - Rispetto alle «Amiche di salvataggio», quale differenza è immediatamente evidente?
APPIANO - «Qui le donne che racconto non sono amiche all’inizio, anzi si conoscono per caso e, accomunate da un periodo di crisi sentimentale e dai problemi che accompagnano le cosiddette “over e40”, si ritrovano a lottare con reciproca solidarietà - un sentimento, questo, a cui credo molto - tanto da salvarsi le vite. Una donna con le amiche ha qualcosa in più, altrimenti risulta più povera».
DOMANDA - Allora è un luogo comune quello secondo cui tra uomini c’è più solidarietà rispetto
all’universo femminile?
APPIANO - «Secondo me, sì. Forse nel mondo del lavoro noi donne dovremo ancora imparare meglio a sostenerci l’un l’altra: metti pure che poche di noi hanno raggiunto posti di potere a livello decisionali e gestionale. Però quando c’è l’occasione sicuramente riusciamo a fare squadra e a me premeva dimostrare questo: la sorellanza tra donne».
DOMANDA - E oggi qual è la situazione femminile nella società e nella politica?
APPIANO - «Abbastanza complicata ma allo stesso tempo entusiasmante. Purtroppo la società attuale guidata dagli uomini impone che le donne appaiano sempre belle e in forma e che dopo gli “anta” siano perennemente a dieta o a passare le giornate in palestra, alla ricerca di un disperato giovanilismo, che alla fine risulta essere solo un rifugio,un modo per fuggire dalla realtà.
Per quanto riguarda la politica, poi, si mette l’accento su alcune discussioni che accadono tra donne, mentre su quelle maschili non si fa nemmeno accenno. Quando le donne si impegnano lo fanno non per la bandiera ma per un risultato».
DOMANDA - E in tivù?
APPIANO - «Se in televisione tenti di fare un discorso intelligente sulla non necessità di sembrare giovani per forza, vieni zittita dalla volgarona di turno (che spesso cerca ridicolmente di apparire più avvenente) che ti accusa di pensare come una vecchia babbiona.
Oggi ai vertici dei palinsesti televisivi ci sono solo uomini: unica eccezione è Elisa Ambanelli, direttrice di Mtv e All Music».
DOMANDA - Quali tappe importanti hanno raggiunto le donne negli ultimi anni?
APPIANO - «Abbiamo fatto enormi passi avanti, grazie soprattutto alla capacità di giocare e ironizzare. La donna “targata anni 2000” è sempre meno vittima, si rimbocca le maniche, piange ma non si piange addosso. Non cerca la frattura con gli uomini, ma affronta con consapevolezza ciò che sceglie e fa, in un rapporto assolutamente paritario con il compagno».
DOMANDA - Quale messaggio si augura di lanciare con il suo romanzo?
APPIANO - «Dicono che i miei libri di solito abbiano un valore terapeutico.
Spero che ogni donna capisca che deve sempre tenersi un pezzo della propria vita per se stessa e soprattutto che rivaluti la necessità di un’amica, autentica “badante” di supporto e vero elisir di eterna giovinezza. Vorrei dare voce alle numerose donne che si sacrificano, tanto e continuamente, e che si sentono sconfortate e sempre più sole».
(Articolo di Giovanni Zambito, pubblicato su Orizzonti n. 31, lugl.- ott. 2007)
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