| Lawrence Ferlinghetti (con Giada Diano) interviene durante la premiazione de "Il Federiciano" 2011
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Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza, si consacra definitivamente come “Paese della Poesia”, unico esempio in tutt’Italia. L’idea partita tre anni fa dall’editore di Guidonia ma di origini rocchesi, Giuseppe Aletti e subito avallata dal sindaco Ferdinando Di Leo ha trasformato il piccolo comune dell’Alto Jonio cosentino in un’antologia a cielo aperto con il borgo antico decorato di stele poetiche in ceramica maiolicata. Centinaia di poeti e visitatori hanno invaso Rocca Imperiale il 10 e l’11 dicembre per una “due giorni” in versi, a conclusione della terza edizione del concorso internazione di poesia “Il Federiciano”.
«Non mi sono mai ritenuta poeta, ma solo una persona a cui piace dar voce alle sue e alle altrui emozioni». Da oggi Il “Paese della Poesia” di Rocca Imperiale (Cs) ospita anche una stele di Angela Ferilli di Taranto, vincitrice del “Federiciano” 2011. Nata nel capoluogo jonico, dove vive, Angela di professione fa il funzionario del servizio Cultura al Comune, dove si occupa anche di comunicazione e progetti. «Esprimersi con le parole o con le immagini significa dar vita a quei sentimenti visibili anche agli altri». Cinquantasei anni, Laureata in Filosofia a Lecce, oggi Angela Ferilli si rammarica di non essere stata presente a Rocca Imperiale durante lo svelamento della sua stele: «Dopo una settimana di lavoro ha prevalso la stanchezza – racconta -. Mi sono persa un’emozione incredibile». Esordio con il botto, possiamo dire, per lei. Prima del Federiciano, infatti, non aveva mai partecipato ad un concorso di poesia ed ora i suoi versi “Inaspettato incanto” dimorano nel borgo di Rocca Imperiale. Angela, appassionata di narrativa con alcune pubblicazioni alle spalle, ha scoperto “Il Federiciano” su facebook, vero motore di divulgazione del concorso internazionale dell’Aletti Editore. «Un mio ex compagno di Liceo, Daniele Ninfole, postò la foto della stele che riportava i suoi versi. Ne rimasi affascinata». Angela non è mai stata a Rocca ma è già innomarata del “Paese della Poesia”, che non mancherà di visitare il prima possibile.
Angela Ferilli
«L’idea delle stele è vincente – dice -. Il borgo antico si riempie man mano di tracce poetiche di autori noti e di animi pieni di poesia che lasciano un segno indelebile del loro passaggio in questa terra. Tutti i comuni, così come ha fatto Rocca Imperiale, dovrebbero mettere a punto un’idea forte per valorizzare i centri storici».
«Ognuno ha portato qui a Rocca il suo modo di essere condividendolo con gli altri – ha commentato Paolo Basso vincitore dell’Estemporanea. Il Paese con i suoi angoli e i suoi vicoli si presta all’ispirazione poetica. Ho visto gente girare per il centro e appoggiarsi sui muretti, sulle panchine per scrivere i loro versi».
Il giovane poeta è arrivato a Rocca direttamente da Possagno (Treviso) e come lui tanti hanno attraversato l’Italia per raggiungere il “Paese della Poesia”. Come Marco Patuzzi e Pietro Berizzi, giunti da Bassano del Grappa. «Rocca Imperiale è il posto più a Sud dove sono stato per un concorso – racconta Marco. Qui la poesia, grazie alle stele sui muri, davvero non muore mai».
Come dire, poeti si diventa. Anche per Alessandro Moschini, da Montecatini Terme, l’incontro “ufficiale” con la poesia è avvenuto appena nel 2010. Corde e versi per Alessandro. Che è un bassista rock. E suona dal 1985.
«Ho iniziato a pubblicare le mie poesie su alcuni portali tematici – racconta il 42enne vincitore del Federiciano 2011 – e quando ho visto che la gente leggeva e commentava i miei versi ci ho preso gusto». Ed ecco arrivare i primi riconoscimenti in Toscana e nel Lazio e la prima raccolta di poesie “Le corde di Eros”.
Quest’anno Moschini si è imbattuto nel concorso Federiciano dell’Aletti Editore e ne è uscito con una stele dedicata alla sua poesia “I musicisti” che ha trovato posto nel centro storico di Rocca Imperiale. «Appena ho saputo di aver vinto mi sono catapultato su Internet per vedere le foto e leggere gli articoli. Verrò a visitare “Il Paese della Poesia” al più presto», promette il poeta musicista.
Infatti la particolarità del concorso “Il Federiciano” è di non avvisare i vincitori prima dello svelamento delle stele nel centro storico di Rocca Imperiale. E così alcuni di loro, per un motivo o per altro non presenti alla kermesse, vengono a sapere soltanto in seguito del successo, non potendo far alto che accostare alla gioia quel pizzico di rammarico per aver perso un’occasione più unica che rara. Ma Rocca Imperiale, da vera culla della poesia, conserverà per sempre i versi di questi fortunati poeti.
Vincenzo La Camera, ufficio stampa
LE DUE POESIE VINCITRICI DEL FEDERICIANO 2011 + LA POESIA VINCITRICE DELL’ESTEMPORANEA
I MUSICISTI (di Alessandro Moschini)
I musicisti
colgono note e parole
dai rami della notte
e le diluiscono
in sorsi di birra
ed accordi di Luna.
Sulle loro labbra
sono cuciti controtempi
dettagli di tecnica e gusto
e belle donne
a chiudere e aprire
zone erronee.
I musicisti
hanno occhi
che si chiudono lieti
ai bordi dell’alba
INASPETTATO INCANTO (di Angela Ferilli)
Quella panchina
era lì
inchiodata dal tempo.
Quella mattina
ci aspettava all’ombra
a fissare bianchi ricami di mare
trapuntati di vento.
Colori e odori
s’aggrappavano
ai sensi e all’anima.
Correva
vibrando
nell’aria secca e grigia
un’energia sottile
che raccontava
una storia oltre il tempo.
In silenzio
restammo a contemplare
l’inesprimibile bellezza del presente
la matematica inesistenza del futuro.
Non una parola per ricordare.
Non una parola per sognare.
Stare.
Solo stare
in immobile fissità
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POESIA PER L’ESTEMPORANEA (di Paolo Basso)
E come dal caos
pare ogni cosa sia nata
così dalla stordita mente
nasce un’idea
seppur traballante
inizia un cammino
s’appoggia ad un raggio
forse tu no
ma il tuo aiuto è reale
sei solo un’idea
la mia idea d’amore
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