| Inizio questa mia presentazione con una piccola disamina del titolo dell'opera «Del mio sangue ti aspersi». Cos'è il sangue? La linfa del nostro essere. L'elemento vitale. Una madre dice del suo figlio che è “sangue del suo sangue”, intendendo con questo riferirsi non solo al dato biologico, ma all'indissolubilità di un legame, radicato nella carne. In queste poesie viene enunciata proprio la forza di questo legame materno, che una donna vive anche nella relazione d'amore con un uomo.
La femminilità o, più che la femminilità, l'essere donna, viene quindi enunciato, in queste righe, come una “confusione” o contaminazione di ruoli, che rompono gli schemi degli stessi ruoli. In poche parole, c'è una donna che ama e ama come una madre anche il suo uomo, anche se madre non è. E vorrebbe donare se stessa, il suo stesso sangue, la linfa vitale del suo essere.
È una donna, quindi, che si sottrae a ogni modello e a ogni costruzione, che ama perché vuole amare, senza nemmeno la pretesa di domandare lo stesso amore. Dalle acque turbolente e vive del suo spirito, altro non vorrebbe che riversarsi sull'amato, come fonte generativa.
É una donna, ancora, che riesce a vivere appieno la sua sensualità; una sensualità non più repressa, ma seguita come richiamo, come ponte verso Dio. Ella ama non solo perché vuole amare, ma anche per il piacere di amare, riscoprendo nel piacere l'integrazione della sua personalità. La donna a pezzi torna intera. É torna intera perché è matura, in equilibrio col suo essere.
Considero però questo lavoro come un tassello, un tassello iniziatico del mio cammino verso la scoperta della vera femminilità. Credo che uno dei drammi della contemporaneità sia che, assieme alla coscienza dell'individualità, che si sviluppa a partire dalla modernità, nascano nuove forme di condizionamenti. Il condizionamento di un pensare ottundente e ottuso, di un pensare tecnico che elimina ogni valore all'individualità. Ecco che, oggi più che mai, la donna è in bilico nel cercare di tracciare il percorso dell'individualità tra donazione, forte tensione affettiva e ricerca di sè, cioè dell'originarietà costitutiva del suo essere. E tutto ciò in un contesto che ancora non riconosce appieno la sua identità e dignità e in cui l'uguaglianza appare spesso solo formale.
Questo lavoro, se da una parte ribalta vecchie concezioni femministe che, nell'enfasi dell'individualità femminile, di fatto, la negano, dall'altra parte apre il percorso di ricerca di un nuovo equilibrio della femminilità, in bilico tra natura, intesa come volontà materna di donazione, affettività forte e sensuale e ricerca dell'unicità singolare dell'identità.
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Annalisa Scialpi è nata a Martina Franca (Taranto), dove attualmente vive.
Pedagogista, ha collaborato con varie testate locali, esordendo con la pubblicazione di racconti e di poesie, alcune premiate in concorsi nazionali.
Del mio sangue ti aspersi - poesie d’amore è la sua prima raccolta poetica.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.80 €12,00
ISBN 978-88-6498-854-2
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