| Le poesie della silloge di Annalisa Scialpi “Del mio sangue ti aspersi”, edite dalla Aletti Editore, hanno un piglio incisivo che lascia pensare allo sfaldamento della psiche narrante, ebbra d'amore. I brevi componimenti sono densi di allusioni che invitano alla riflessione su un ancora sconosciuto mondo femminile, capace di di porsi in armonica sintonia con tutto ciò che ci circonda. Di un mondo femminile che si avvale, cioè, dei sensi per riscoprire una realtà che non siamo abituati a vedere, perché si manifesta con un'energia tanto vitale, da essere considerata simile a follia.
L'amore è, quindi, inteso come irresistibile richiamo, una sensazione simile alla poesia del volo di una rondine, follemente innamorata. È un amore saldamente intessuto nelle trame della donazione, del sacrificio, della tensione alla vita. Un amore il cui Mistero realizza la redenzione, seguendo la traccia di un richiamo ineluttabile. La luce del desiderio è vissuta come miracolo e dono divino, come musica di Chopin “più viva del sole, più vera del mare”, accolta nello spartito aperto del cuore, tra “stormi di spettacolari stelle”.
Il trionfo dell'Amore si fa resa e richiama riti atavici con corpi guizzanti che vibrano, pervasi da una misteriosa energia vitale, in danze liberatorie sotto l'argenteo velo della luna, testimoniando, come lava ribollente dei vulcani, la stessa energia che non si consuma.
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