| «L'inverno che seguì fu duro. Tutto quello che era stato già disposto nei cortili e nelle ceste - legname, grano, fieno - era stato portato via dall'inondazione; bisognò riparare le case, le stalle e i recinti, e prendere a prestito nuova merce al posto di quella andata perduta, nei magazzini e nelle botteghe. Kosta Baranac, che a causa della sua troppo impudente speculazione con le prugne aveva perso più di tutti, non sopravvisse a quell'inverno; crepò di dolore e di vergogna. Rimasero i bambinelli, quasi in miseria e un credito non grande ma diffuso in tutti i villaggi. Restò anche il ricordo di lui, come di un uomo che s'era spinto oltre le sue forze».
(Traduzione di Bruno Meriggi)
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