| «Lascia in pace le persone che ormai non vivono più su questa terra!»
Con questa dura risposta l’anziano nonno zittisce la nipote, che, dopo aver scoperto per caso l’esistenza di «zia Caterina», è intenzionata ad approfondire la ragione dell’occultamento di questa figura ad opera dei suoi stessi familiari.
Caterina, sorella del nonno, è morta a diciotto anni, ma, nei fatti, è come se non fosse mai esistita, perché in famiglia nessuno ha mai parlato di lei; come se fosse morta una seconda volta, il suo ricordo non vive in coloro che sono rimasti. Perché? Intenzionata a voler rompere il muro di segretezza, dove è stato confinato non solo il dolore per la scomparsa, ma anche il ricordo di Caterina, la voce narrante si mette sulle tracce di questa fantomatica donna a cui restituisce forma, per affrancarla dal vuoto del passato. Vengono ricostruiti la vita di Caterina e le sue passioni, l’ambiente in cui è cresciuta dove spicca «lo spirito del tempo» di un’epoca affascinante come il Novecento, i contrasti familiari, ma soprattutto l’amore per il suo adorato Lorenzo. C’è in queste pagine una storia «romantica» - dove il termine indica quel sentimento «dell’indefinibile» e «del vago», magico e sconosciuto - in cui la passione è destinata per la sua stessa natura a raccostarsi con l’idea della morte e del sacrificio.
«Destini incrociati», romanzo d’esordio di Teresa Rotolo, è un libro che si lascia leggere con facilità, grazie al linguaggio scabro ed essenziale; alla ambivalente figura di Caterina, che cattura l’attenzione del lettore per la sua fragilità ed ostinazione, purezza e oscurità, in un conflitto in cui avrà la meglio - ma solo in apparenza - la fugacità della vita. Perché la forza dei sentimenti e la loro aspirazione all’assoluto non potranno essere cancellate.
(Destini incrociati, pp. 282 Euro 18,50, Agosto 2010, Aletti Editore)
Fonte: www.sololibri.net
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