| Lorenzo è un ragazzino introverso e problematico, che odia andare a scuola perché spesso vittima di prese in giro e di insulti. Alle prepotenze, reagisce assumendo atteggiamenti studiati e calcolati, volti a conferirgli una sicurezza fittizia e a farlo così sembrare integrato nel gruppo. Ma il peso della finzione e della rabbia repressa diviene insopportabile, e così il ragazzo cerca una via di fuga dal mondo. Approfittando di una bugia snocciolata “quasi per scherzo” alla madre, alla quale aveva detto di essere stato invitato in settimana bianca da una compagna di classe, il giovane “eroe solitario” si rifugia in cantina, con una scorta alimentare e i suoi adorati romanzi horror.
Lorenzo è finalmente solo con se stesso, libero di crearsi una realtà artificiale in cui vivere indisturbato. Il suo isolamento perfetto, però, viene scosso dall’inaspettato arrivo di Olivia, la sorellastra del ragazzo. La “disturbatrice” imprevista promette complicità in cambio di ospitalità. Anche lei, come si scopre ben presto, è in fuga da qualcosa: i suoi malesseri sempre più forti fanno intravedere a Lorenzo una drammatica verità: Olivia è in crisi di astinenza. Olivia si droga.
Nonostante questa terribile scoperta, tra i due ragazzi, pian piano, si instaura un forte rapporto: nasce un’intensa quanto delicata amicizia, un’intesa inaspettata tra due persone che, fino a pochissimo tempo prima, si conoscevano appena, nonostante il legame di sangue. Fugaci e brevi ricordi d’infanzia, immagini intorpidite dal tempo, riaffiorano riacquistando i loro colori. Un tenero ballo sulle note di un vecchio disco stringe in un dolce abbraccio i due “ritrovati” fratelli.
Ammaniti affronta con intelligenza e sensibilità il delicato tema dell’adolescenza, le cui angosciose problematiche sono ben note a tutti: chi non ha mai desiderato, in quella delicata fase dell’esistenza, di sparire e di lasciare tutto, anche solo per un momento? La tentazione di evadere, di creare una realtà artificiale, è troppo forte; ci si sente soli e incompresi, un ingranaggio sbagliato in un mondo ostile dominato da leggi dure e crudeli.
In questo romanzo breve, Lorenzo non è l’unico a fuggire dalla realtà: anche Olivia, con la sua tossicodipendenza, si rifugia in un mondo immaginario, eppure riesce a comunicare con il fratellastro, a rompere il muro che il ragazzo si è costruito intorno, a far crollare le sue difese nei confronti dell’esterno.
L’autore si avvale di un linguaggio il più possibile fedele alla realtà adolescenziale, a volte infarcito di turpiloquio, a volte scarno ed evasivo, ma sempre volto a rappresentare l’angoscia e lo smarrimento di chi si affaccia alla vita pieno di paura e di insicurezza, timoroso di essere giudicato.
La fuga del protagonista diviene spunto di riflessione e di indagine introspettiva; il confronto con l’altro, gradualmente, non spaventa più come all’inizio, ma diventa spunto di arricchimento e di crescita. Io e te viene considerato, infatti, un romanzo di formazione, e lo è a tutti gli effetti, poiché tratta uno dei problemi fondamentali dell’individuo agli albori della sua vita, in una fase in cui si affronta l’esperienza più importante, avventurosa e a volte dolorosa dell’esistenza: crescere.
(Articolo di Irene Pazzaglia)
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